mercoledì 31 luglio 2013

auguri.auguri.auguri.

Oggi in realtà compio pochi mesi di vita!.. mesi di bellezza, entusiasmo, malinconie dolci, presenze, assenze, emozioni, mesi in cui ho soddisfatto quel viscerale bisogno di sempre... scrivere!!! Tradurre in inchiostro quello che mi passa per la testa, che e' tanta roba. Grazie a tutti voi perché leggendomi rendete ogni giorno che passa tutto questo possibile!!! È un compleanno con voglie letterarie, un compleanno diverso, e la mia anima è paga, quasi. Felice meseversario Voglie e felice compleanno Manu.

lunedì 29 luglio 2013

Un libro sotto l'ombrellone.

L'estate 2013 nasce timida, freddina, insipida. Il 21 giugno e per l'intero luglio, scampoli di sole a parte, la bella stagione si è fatta desiderare, al pari di una bella donna che non cede subito alle lusinghe e al corteggiamento. Capita anche alle stagioni di volerci pensare bene su alle cose! Poi da poco più di una settimana a questa parte ha ceduto, si è lasciata andare ed è esplosa in tutto il suo fuoco, parlo dell'estate. Non so voi, ma io tra le tante cose, sotto il sole che coce, leggo!.. Quale saranno i libri più letti fin ora sotto l'ombrellone? Una classifica li svela giustappunto. Pare che gli italiani al mare si portino dietro, oltre alla loro bella metà, se ce l'hanno, s'intende, un buon libro che per certi versi fa più compagnia e non rompe le balle, come fanno le donne, sono interessanti e silenziosi, ma parliamo di una silenziosa partecipazione. Io st'estate qui ho cominciato con lo sciropparmi Bukoski, poi ne ho giusto un'altro totalmente vergine e poi dovrò tornare in libreria. So già su quale libro cadrà la mia scelta, è un certo autore contemporaneo, Luca Bianchini, il titolo è " Io che amo solo te" e dalla sbirciata trama non è affatto male. E' ambientato in Puglia, nella chicca di Polignano a Mare, dove si snodano curiosi intrecci e dove protagonista indiscusso è un amore un pò birichino, che va via e poi ritorna come il maestrale, l'ambientazione trasuda del folclore e calore tutto salentino, la prosa scorre fluida, colorita e piccante e ci sono un bel pò di colpi di scena. Insomma è il mio libro sotto l'ombrellone dopo Charles.
Tornando alla classifica, pare che fino ad oggi, in quest'estate infuocata da giorni manco si fosse nel cuore dell'Africa, nella top ten dei più letti in spiaggia si piazza in pole position :
1. E l'eco rispose di Kaled Hosseini, presumo visto il predecessore, per carità bellissimo, Mille Splendidi soli, na letturina allegra allegra, ma che batte le classifiche.
2. Lumen Fidei di Papa Francesco, la prima enciclica che sta sbancando le librerie, eh si sto Papa qua piace!
3. La verità sul caso Henry Quebert di Joel Dicker, un noir che in una manciata di mesi ha conquistato milioni di lettori, ma non me, per quanto appaia intrigante e pieno di colpi di scena, non amo i nour, potrebbe mai scattare in me il meccanismo del page-turner con un nour? ... mah! mai dire mai, aprirsi a nuovi orizzonti è sempre eccitante e lo dice una che guarda gli horror, e li guarda eh, badate bene, ma tenendosi un paio di dita sugli occhi, lanciando di tanto in tanto qualche urlo disperato, strameledicendo la tenacia di restare sintonizzata su quel canale, figurandosi al buio fantasmi inesistenti e rumori fittizi. Ma mai dire mai.
4.Inferno di Dan Brown giusto per rimanere in tema, appare per certi versi più sofisticato, ripercorre l'inferno Dantesco, ma sempre di inferno si tratta, dico io perchè portarselo al mare l'inferno?... Ma de gustibus non est disputandum.
5. La risposta è nelle stelle di Nicholas Sparks. E qui per quanto mi piacciano le stelle, risposte non ne ho mai avute, ma c'è sempre tempo, magari una mi cadrà in testa e in caso vi dirò.
6. Un covo di vipere di Andrea Camilleri che vale la pena solo per il fascino di quel tutto d'un pezzo del commissario Montalbano. Fate voi!
7-8 posizione per le 5 Sfumature di grigio e di rosso di L.James che per quanto fenomeno editoriale non leggerei neanche sotto tortura cinese.
9. Si piazza ai piedi della classifica estiva Resistere non serve a niente di Walter Siti che devo dire la verità mi ispira, ignoro la trama, ma un pò la penso come lui quando qualcosa bussa forte alla tua porta, resistere non serve a niente. Manifesto di un nuovo nichilismo ed esempio perfetto di meta-narrazione, intrecci di passioni inconfessabili. Mah!
Insomma queste le pietanze letterarie dell'estate 2013. Buon appetito ai lettori. Suggerimento personale?... io leggerei La verità sul caso Henry Quebert e poi quello che leggerò io a breve e sarò nel pieno del page-turner, lo so, Io che amo solo te.
 

Carpe diem!

 
Vita. Letteralmente vuol dire "cogli il giorno", metaforicamente è la rappresentazione in due parole dell'esistenza umana,  meno letteralmente e più praticamente è "cogli l'attimo" che fugge incurante di te. 
Nota locuzione oraziana che riportata per intero, sarebbe " carpe diem quam minimum credula postero". Ma neanche questa citazione per intero rende l'idea, rende veramente quello che intendo, invece l'espressione latina che ne descrive perfettamente il senso, che ti fa guardare bello dritto in faccia alla fugacità, alla fragilità e all'effimero, rendendoti consapevole, di contro,  del forte sapore, vivo e intenso che dovrebbe, che deve avere il tuo presente è "Dum loquimur fugerit invida" che tradotto sarebbe " mentre parliamo il tempo sarà già fuggito come se ci odiasse. Perchè il tempo è tiranno, fottutamente geloso, lui fugge, ha sempre una gran fretta, a dispetto di te, delle cose che vivi e che non vivi. Sarebbe profondamente liberatorio vivere tutto d'un fiato, senza stare a guardare l'orologio, dimenticandoselo, vivere senza che il tempo sia scandito dalle lancette che ticchettano impazzite. L'immagine che evoca questa frasetta qui è spaventosa " mentre noi due parliamo il tempo sarà già fuggito", è come se sia talmente invidioso e tiranno che da ladro provetto ruba, ruba i tuoi momenti e tu sei li che glielo lasci fare, perchè non puoi fare altro. Quando sei felice a 360 gradi centigradi e capita, capita che lo sei, magari per nulla, puoi esserlo per le cose grandi e per quelle piccole, ma chi lo decide?.. Solo tu dai loro la misura. Puoi essere felice  solo perchè ti sei svegliata in un bellissimo mattino di sole, perchè hai ricevuto un messaggio o una telefonata che ti ha messo le ali ai piedi, perchè hai mangiato qualcosa di talmente buono che il tuo cervello è in preda ad un orgasmo multiplo, perchè nella tua vita c'è una persona importante, perchè tu sei importante per qualcuno, perchè ti senti forte solo per la ragione che hai superato qualcosa che non credevi di poter superare, e che hai invece superato con la forza di cui sei capace, perchè hai fatto l'amore con una persona che ti piace e hai l'energia che ti affiora a palla dalla testa, perchè sei stata in gamba sul lavoro, perchè tua madre che non te lo sa dire che ti vuole bene, ma ha fatto un gesto o detto qualcosa che te l'ha fatto capire chiaro chiaro, perchè hai tenuto stretto a te in un abbraccio infinito qualcuno cui tieni, perchè l'hai tenuto così in un ricordo cui hai ridato vita,  perchè hai scritto qualcosa che ti ha montato i brividi su per la pelle, perchè in strada hai visto le tue pale, perchè ti sei persa per mezz'ora a guardare le nuvole, perchè hai abbracciato il mare di continuo nuotando fino alla boa di turno, perchè stai lavorando su alcuni aspetti di te, da sola, riuscendoci, perchè da sola, con le tue forze e la tua forza stai andando da qualche parte., perchè ti sei lasciata accudire da una malinconia dolce. Ci sono uno stramiliardo di cose per cui essere felici, per cui sorridere, ed è quella la benzina che ci serve, ogni giorno. Ognuno di noi è diverso e sorride per cose diverse, e il tempo in questo nulla può, se non scorrere, ma se mentre scorre tu hai stretta tra i denti quella felicità, bè neanche il tempo te la può portare via. E da qui, sarebbe opportuno vivere così, un pò incoscientemente, senza troppi calcoli, senza troppo domani nella testa, mangiando il presente, divorandolo a morsi lenti ma decisi tenendone fermo e conservandone intatto il godimento e il piacere, senza pensare troppo, dirsi troppo, ragionarci troppo e dimenticando di guardare che ora è.

domenica 28 luglio 2013

Divagazioni con Bukowski.

E' il primo libro del Charles che leggo. Lo raccattai in libreria una sera di primavera che ero uscita a passeggiare le mie belle speranze in centro. Avevo una gran voglia di portarmi a spasso il cervello e di fare dei lunghi respiri, l'aria era dolce, preannunciava una primavera tiepida, ma era un falso presagio. Mi rilassa passeggiare da sola, fare delle lunghe camminate con me, chiamo i pensieri all'appello per licenziarli uno ad uno, li informo che vado a passeggiare e che non gradisco che si sia in troppi, l'aria poteva non bastare, la volevo egoisticamente tutta per me. E avevo una meta fissa, quella di sempre, quando passeggio da sola, la libreria. La serata scorre piacevole tra i miei neuroni alle bancarelle dei libri in promozione, il percorso è standard, mi avvicino, sguinzaglio la vista e la curiosità, le lego entrambe ad un pallone aereostatico e le lascio affanculo, andare. Me li corteggio tutti i banchetti dei libri, con una golosa agitazione di scoperta, scruto oltre la copertina, poi ci pensano loro a sedurmi ed io ci casco, è una seduzione sottile, arguta. Scelgo i libri, 2 dai banchetti e ancora affamata mi addentro in libreria e ci resto due settimane, si fa per dire, ma è incredibile lo stato d'animo che ho ogni volta che sono a caccia di libri, è sempre lo stesso. E' come se io non avessi il tempo necessario di leggere tutto, di scoprire tutto, di scegliere ciò che voglio leggere, che penso che la libreria chiuderà ed io resterò senza aver scelto o portato nulla a casa.
Cerco di non averla questa sensazione qui, cerco, perchè poi in realtà, puntualmente entrata in libreria, mi sussurro piano piano che ho tutto il tempo che voglio per fare una giusta scelta. E difatti dopo averla percorsa per lungo e in largo, mi vedo sotto il braccio con 5 o più libri, e torno a casa passeggiando felice, co sto sorriso bello fotografato sulla faccia come un trucco indelebile e non finisce mica qui!... La parte più pericolosa viene adesso, perchè una volta in macchina, eh... mica mi fermo, come fanno le persone normali e dotate di buon senso a curiosare magari con la lucina dell'abitacolo accesa. No! Mi metto in moto, alla guida, con la lucina accesa, mi piazzo i libri, uno ad uno sul volante e leggo mentre guido. Altro che guida in stato di ebbrezza, guida in stato di deficienza, però lo faccio e lo rifaccio. Così cominciò con Bukowski, una quasi lettura di stenti al semibuio. Bè mica tutte le storie hanno sti inizi così ortodossi.Poi subentra un improvviso lampo di buonsenso che viene a bussare al mio cervello idiota e mi dice che non è cosa buona e giusta leggere mentre guido, anche se vado a 10 km/h. Ma quante cose non sono buone e giuste??... Ohhhh!.... na marea eppure le facciamo, non riusciamo proprio a non farle, vediamo potremmo legarci le mani, anestetizzare il cervello, fare solo cose saggie, ripetersi a mo di cantilena stonata " Non si fa! non si fa! Non si fa!.... Eh... credo non ci riuscirei a non farle le cose non saggie, ma poi no... dico io se ci fanno pure stare bene, ma chi se ne frega!..La relazione : fare- stare bene, giustifica, motiva, legittima il tutto. Quindi se state bene, fate anche cose non saggie e dopo prendetevela pure con me che ve l'ho suggerito. Poi può essere che mentre le fate, incontriate qualcuno che vi mazzia per non farle e lo fa forse con troppa insistenza, e li per li, questo qui o questa qui la/lo odiate, ma se vi mazzia forse tiene a voi?... Bene, non lo capirete sul momento, la/lo odierete e detesterete mentre si mette sul cammino della vostra non cosa saggia come uno che vuole piantarvi un bastone massiccio tra le ruore del vostro carro, poi però capirete. sempre. Se c'è una cosa che ho capito è che le cose non si capiscono sempre nei tempi in cui si dovrebbero capire, ma si capiscono sempre, forse un pò dopo. Anche quel neurone ritardato ci arriva e magari chissà è ancora in tempo, o forse è ormai fuori tempo massimo. Quella poi è roba di destino. A proposito oggi sotto il sole dello Ionio che mi ha ustionato il cervello, anche con tanto di protezione 30 a palla che parevo la mummia egizia, leggendo Bukowski sottolineavo questa frase ".. così restavo a letto a bere. quando bevi, il mondo è sempre la fuori che ti aspetta, ma per un pò almeno non ti prende alla gola" Mi piace sto Charles qua, tranne qualche descrizione troppo descrivente e perchè no, diciamolo pure amico mio, oscena, è avventuroso, divertito, disperato, sboccato e insieme lirico. Tutto sommato è una buona compagnia. C'ha il pallino del sesso il tipo in questione, ma quello chi non ce l ha, forse solo chi bigottamente non lo dice. Pagine bukowskiane dense di sesso, hai capito il charles!.. poi dopo averti propinato con linguaggio di pratica sboccata km di inchiostro sulla " passera" passa alla speranza lui, e anche qui io sottolineo, (vabè sottolineare è una mia personale deviazione) ..." Ecco di che cosa ha bisogno un uomo.. della speranza! E' l'assenza di speranza a scoraggiare un uomo". Mah io ho divorato un bel pò di pagine, in factotum è un casinista, fa, disfa, viaggia, si ferma, riparte, distrae il cervello il tempo necessario per non realizzare la sua miseria. Poi ha quelle uscite di un'ironia talmente viva e matura che ridi di gusto mentre la leggi.  Mi ha invitata a bere, ha capito che stavo per morire sotto il sole e mi ha offerto un whisky in ghiaccio, con la premessa che non ci avrebbe provato. Pare ci frequenteremo per un pò, la cosa mi diverte, diciamo che se tiene a bada la sua depressione, mi offre buon whisky e mi porta a ballare, facciamo che lo reggo.

mercoledì 24 luglio 2013

(a) mare.

E mo'?... devo rivedere quanto ho scritto ieri. Distrazione?... ma che forse stia miracolosamente guarendo?.. sono sveglia da un 'ora a vagare con la mente, mentre gli occhi sono vigili e fissi al soffitto, e riflettevo su un fatto. Io che mi sono definita una distrattamente, ho circa, diverse ore fa sognato cosa devo fare oggi per lavoro e non l ho segnato nell'agenda, né su un post-it. Ho bensì avuto un sogno come promemoria e per giunta un 'ora prima della sveglia che mi ero programmata, e che a breve suonerà.  Devo alzarmi.  Stamattina aprirò la finestra e vedrò il mare e già questa, ditemi voi, se non è una gran fortuna, poi tornerò a casa, doccia e cambio in tutta fretta e correro' in tribunale. Si spera che da domani io sia in vacanza, si spera, mai dare le cose per scontato. Sto pensando tanto a un altro fatto che non c'entra con la memoria prospettica o la distrazione, è più delicato, è un fatto da cui non mi distrae la distrazione da giorni, ieri forse un po' ci ha provato il mare. Le emozioni delle volte hanno un effetto sorpresa che non ti aspetti. Quindi se non ti distrai c'entrano anche le emozioni, o meglio, riformulo, per chi non ha capito, tipo me, ma direi che sono appena le 7 e 20 del mio mattino e i neuroni sono allo stato rem.  Che poi si scriverà così?.. non lo so!.. divagazioni a parte, riprendo il bandolo del gomitolone d'arianna, per dire che... se c'è qualcosa che ha il potere di distrarti dalla vita è un 'emozione. Emozione batte sfera cognitiva globale uno a zero e l'atarassia resta un miraggio, solo per me???.. 

lunedì 22 luglio 2013

Mind wandering.

 
Vi chiederete perchè non ho girato la foto nel verso giusto?.. Vi rispondo che ci ho provato per mezz'ora e poi ho desistito, del resto si sa i pc non sono come le persone, hanno dei tempi infinitamente più lunghi nel ricevere gli imput rispetto al nostro cervello, quando vuole s'intende! Mi ha sollevata di molto scoprire che qualcuno si è preso la briga di scrivere un opuscolo così interessante su questo argomento. Che poi è il mio argomento, si mio, perchè io sono spesso altrove, se tra le nuvole, negli abissi, in camporella, non lo so, non ci è dato sapere e poco m'importa, quello che è certo che io questa cosa qui la conosco bene, e a quanto pare non sono la sola. Ho perduto amici, non proprio amici nel vero senso del termine, occasioni, e forse mi sono persa momenti, proprio per questa cosa qui che si chiama distrazione. La gente mi accusa di essere altrove, di non ascoltarla sempre e con attenzione quando mi parla, ma non è così, non c'entra il livello di attenzione o interesse che io ripongo, perchè mi è successo di avere di fronte persone cui davvero ho tenuto e tengo, però cmq sia faccio fatica, delle volte, ogni tanto, il mio cervello va in pausa, migra, poi torna nel bel mezzo di una conversazione, e che magari mi interessa e molto. Insomma è come se avessi tante piccole antennine che captano segnali diversi, e si lasciano distrarre. In breve, non sono egoisticamente presa da me stessa, ma sono solo imperfetta, l'amore che ho per gli altri non ha proprio nulla a che vedere con le mie nuvole. A volte sono alla guida e mi perdo osservando qualcosa che cattura la mia attenzione e la seguo questa cosa qui come un segugio con lo sguardo, e voglio dire tengo alla mia incolumità al volante, eppure inevitabilmente un albero in fiore, un passante, un abitato, qualcosa desta e rapisce la mia attenzione per quanto vigile, comunque riproietto lo sguardo prima di sbattere. Oggi per esempio tornavo da studio e avevo parcheggiato a un pò di passi, quando passeggiando verso la mia macchina, ad un tratto, mentre mi accingevo ad uscire dal parcheggio si è offerta alla mia curiosa vista la figura di un vecchietto tutto in ghingheri vestito di bianco dalla testa ai piedi, compresa camicia e cravatta che camminava a passo lesto e addentava con un sorriso a 36 denti uno spuntino gelato alla panna.. eh ho subito sussurrato a me stessa ".. figurati se il gusto del gelato potesse stonare col resto". Cioè in quel momento ho pensato a un corto circuito nel cervello, ho pensato si trattasse di un illusione ottica, di un angelo, ho pensato tre miliardi di cose in un trimiliardo di secondi, mi sono chiesta come un tipo così singolare, elegante, bizzarro stesse passeggiando per le vie della mia cittadina. Ora i miei più vivi complimenti vanno a tutte quelle persone " diverse", singolari, che ti danno la possibilità di distrarti, di sorridere, di notare come facciano uno sfoggio maestoso della loro personalità. Io sono strasicura di averlo visto sto tizio qua e in quel momento guidavo o gli avrei dedicato uno scatto veloce e interessato. La distrazione è anche dimenticanza, e non va affatto bene, ti fa fare tanti di quei casini, e si spera non gravi la c.d. memoria prospettica, ovvero il prospettarsi nella mente di dover assolvere ad un compito o ad un impegno, ma ci pensano i post-it a salvarti il culo. Io li uso, oh se li uso, mi salvano ed è un salvataggio che mi piace. Kafka diceva che la vita è una perpetua distrazione, che non lascia neppure prendere coscienza di ciò da cui distrae e se non è una definizione della distrazione questa qui. Distrahere dal latino significa tirare di qua e di la, insomma nella mente c'è un omino che ti tira altrove. Quindi perchè congelare questo concetto in un' accezione negativa, non è così, e non lo dico solo io, lo dice pure la Brandimonte, in realtà colui che è distratto non ha mancanza d'attenzione bensì assiste sotto i suoi occhi al moltiplicarsi della stessa verso più stimoli esterni. Certo è, come recita un detto yiddish "non puoi ballare a due matrimoni con lo stesso sedere", quindi per quanti sforzi possiam fare, dobbiamo cmq scegliere quali agenti della mente in concorrenza far agire, insomma scegliere un matrimonio in cui dimenare sto sedere. Bè io appartengo a questa categoria qua, alle distratteMenti, mi accetto, delle volte mi incavolo, altre mi odiano, ma resto distratta e felice.


 

La felicità è un comandamento.

Scrivere mi è mancato. Quando qualcosa ti manca lo senti e non puoi farne a meno, a me mancava scrivere, mi mancava il blog. L'ho trascurato e oggi in questo scorcio di mattinata di luglio mentre alla scrivania dello studio, guardo dalla finestra accostata a forbice la gente che esce ed entra nel bar vicino, sento impellente come un bisogno che non posso ignorare o sottacere la voglia di scrivere e di scusarmi con lei che mi piace tanto, forse più di tutte, che mi riempie e non mi svuota mai come fanno le cose e la gente, che mi riempie e basta, come quando vai dritta al frigo, ti versi un bicchere d'acqua perchè hai sete e lo riempi fino all'orlo e bevi.
I bisogni sono così, sono naturali, nascono dal profondo e tu te li vedi li davanti agli occhi sempre e devi soddisfarli, devi assecondarli, devi riempirti. Io scrivo quando sto bene e scrivo quando sto male, scrivo quando non dormo e scrivo quando non lavoro, e quando semplicemente sento il bisogno.
Per me scrivere è linfa, energia, entusiasmo, calore d'inverno e refrigerio d'estate, è come dovrebbe essere la compagnia di una persona che ti fa stare bene anche se ti resta muta vicino. Mi scuso per aver ignorato questo desiderio, per aver voltato le spalle per un pò di giorni a quello che mi piace perchè avevo i gabbiani in testa, ora non lo so se sono volati via, forse si sono accovacciati sulla scogliera e guardano il mare tranquilli, forse qualcuno è voluto restare nella mia testa come un insolito post-it. Le cose che ti fanno stare bene devi farle, devi farle, non c'è sempre un tempo giusto da aspettare, un momento giusto, un'occasione giusta, sei tu l'occasione giusta sempre, solo che bisogna saper vedere e a volte si è ciechi. Si è ciechi perchè non si conosce nessun'altro modo, non si vuole vedere, non si vuole sentire e allora  si va a gabbiani e qualcuno ti rimane giusto in testa. E' una bella mattinata questa qui, il sole ha deciso di affacciarsi dalla finestra, e di farmi un regalo dispensandomi giusto qualche raggio, visto che in questa insolita estate pare abbia preso il vizio di giocare a nascondino il malandrino, e mica lo trovi lì dietro sti gomitoloni di nuvole, si nasconde bene, mica che..
Cmq oggi ha deciso di esserci, mi fa compagnia mentre lavoricchio, perchè siamo alle soglie delle ferie, e non ho granchè da fare, giusto qulacosa, e allora respiro profondamente, come non mi capitava da un pò, e jovanotty canta per me. Non so voi, ma io a volte faccio quei lunghi respiri a pieni polmoni e funzionano, ti senti sgombra, magari dura poco, ma un pò di cure le metti a posto e ti curi, i respiri pare ti curino ben bene, un pò come le carezze e i baci, ma quelli di più. Vuoi mettere tu quanto ti cura una carezza o un bacio?.. ma tanto proprio, sono eccezionali, non costano niente e non vanno in prescrizione.Tutti le vogliamo le carezze, i baci, anche se diciamo di no, perchè non ci fidiamo, perchè non ci crediamo più, perchè ne abbiamo ricevuti e poi li abbiamo pagati a caro prezzo, come quei momenti di felicità che già mentre uno li vive sa che stanno cadendo in prescrizione o che li pagherà cari con gli interessi. Non è così. Questo è solo un modo che la mente, che si è inceppata in un ingranaggio ed è rimasta ferma lì, trova per rovinarti una felicità. Bisogna non permettere a questi pensieri di farti fare quello che vogliono loro, bisogna crederci nella felicità. Nemmeno io ci credevo, ma poi ho avuto un grande maestro che ora non c'è più, che si  è  spento proprio nel giorno mondiale della felicità e che mi ha insegnato che se non ci credi non la vedi. 
Io ci credo, ci credo nonostante i miei dolori, le mie cure, il mio zainetto dei fardelli, delle illusioni, delle speranze, ci credo perchè è un comandamento la felicità,  come credo che le carezze, i baci,  fanno bene, altro che antidolorifico e antidepressivo, fossi un medico li prescriverei ad oltranza. Io in quest'estate di sole malandrino ho deciso che voglio respiri lunghi, baci e carezze e so che l'Universo è in ascolto. A presto.

lunedì 15 luglio 2013

Madica Bijoux.

Madica è estro, glamour, style, effetto!


Quest'anno io vesto Madica, lo stile che convince, e voi?.. Queste sono solo alcune delle foto estratte dalla collezione 2013 Madica Bijox, foto campione scelte un pò a caso, un pò andando a svelare quello che è il mio personalissimo gusto sulla moda-mare.
Il costume in alto, turchese e blu mi piace in particolare, credo chiederò alla stylist di realizzarlo per me. Ma, mio gusto a parte, tutti i modelli della collezione sono davvero molto carini, frutto di un lavoro di alta sartoria, curati nei dettagli, dalla scelta delle stoffe, l'accostamento dei colori, i cordoncini, al double-face, dove le tinte si sposano in un evidente contrasto cromatico. Dietro questo nome si cela l'arte, la creatività, ma anche la cura, la dedizione, l'impegno costante di vestire una donna al mare, permettendole di tirare fuori ciò che ha dentro e quindi, anche un costume, nell'essere elegante o estremamente semplice, o vivace e barocco, mostra un pò quello che è la donna che lo indossa, ne traccia sul corpo nudo e dorato dal sole la sensualità e lo stile.
E Madica riesce alla perfezione in questo, nelle sue creazioni troviamo costumi semplici dai toni pacati e costumi dalle tinte accese, effetto schocking, a tinta unita, mosaico, fantasia, ricamo, un immenso repertorio per ogni esigenza di stile e colore. La stoffa dei costumi da bagno, lycra o simil lycra è scelta accuratamente, spazia dai toni caldi e decisi dell’arancio, del rosso, del giallo, ai toni freddi più delicati del rosa, del turchese, del lilla; il bianco e il nero si incontrano in un forte contrasto double-face, e così l’oro e il verde, l’oro e il nero, l’argento e il bianco in un trionfo effetto glitter soft.
La donna mare Madica è semplice e sofisticata al contempo, brilla sulla sabbia come una sirenetta spiaggiata, pronta ad ammaliare l’Ulisse di turno, grazie a queste stoffe cangianti, satinate e glitterate, risultato di certosina selezione della stilista.
 Il nodo cruciale della collezione, caratteristica quasi ovvia di ogni costume è il double face, i costumi hanno infatti due facce, alla Dott. Jackil e Mr. Hyde, due possibilità di mostrare se stesse, angel and devil, due facce cucite insieme che si incontrano e si mostrano una alla volta. Quindi avere un costume equivale ad averne due insieme, equivale ad essere un po’ angelo e un po’ diavolo, ad essere, indossando un capo solo, consapevole della propria dualità che non trasuda solo dallo stile, ma dalla propria personalità, dalla propria indole, equivale quindi ad indossare un costume di carattere, conservando la propria diversità. Questo è il messaggio che persegue Madica, la diversità, la dualità come valore aggiunto, perché siamo esattamente così uniche e diverse.
Parliamo di estro, di glamour, di fascino, di semplicità, che convergono in un etichetta perfettamente cucita sul costume, io ho voluto farvi un regalo anticipando nelle foto, solo alcune di queste creazioni e lasciando volutamente, il giusto appetito alla vostra fantasia. Perché Madica non è solo questo, non è solo quello che riuscite a vedere o a intravedere da quanto ho scritto, bensì è tanto altro ancora, è uno stile che cura la donna in ogni particolare, e si sa per una donna i particolari contano, come i tacchi,  gli accessori, i bijoux che non sono essenziali ma curano l’essenziale….. quindi io ho attizzato la vostra curiosità, ora questo e il resto dell’affascinante mondo di Madica Bijoux lo lascio scoprire a Voi.
 

venerdì 5 luglio 2013

knock-out!

 
Guardi il tappeto su cui sei steso con un " Knock -out" che l'arbitro ha fischiato, scorgi appena ciò che hai intorno, il tappeto, il ring, la folla di spettatori, la tua vista è flebile e tu sei provato, sei dolorante, sei sconfitto.
Alle tue spalle, mentre quei minuti steso al tappeto sembrano durare un'eternità, il tuo avversario è tronfio e riceve il plauso della vittoria, tu invece sei fuori combattimento. Eppure tenevi tanto a quell'incontro, ti ci eri preparato dopo mesi e mesi di assiduo e intenso allenamento, ci avevi speso l'anima, ne avevi parlato con le persone che ami, ci speravi, e invce qualche colpo sotto la cintura, a tradimento, e un finale dolorosissimo, un fatale colpo inaspettato e sei k.o.
In quei minuti, mentre senti che le forze ti mollano, mentre il dolore ti fa da padrone, mentre per te è in arrivo la barella dei soccorsi, la tua testa diventa un ingresso aperto per tutti i pensieri, per tutte quelle emozioni che magari non sapevi neanche di poter provare e che all'imoprovviso passano di li e ti dicono ognuno la sua. Tu fissi i tuoi amici e le persone che ami, che sono strette intorno a te, anche se le vedi solo tu perchè a quell'incontro ci dovevi andare da solo, anche se soli non lo si è mai veramente. 
 Ora hai finito la tua partita di pugilato, hai messo anche tu a tappeto l'avversario, ma si è rialzato, ha vinto. Tu hai perso, ma hai perso da pugile. E se te la caverai, perchè vuoi cavartela, perchè puoi deciderlo, non stai morendo, sei malconcio, hai una commozione cerebrale, senti il sapore del sangue nella saliva, ma non stai morendo,  sei li adagiato sulla barella e ti stanno portando via, sei in Knock-out, ma resti un pugile e ti aspetta un nuovo combattimento. Non è forte chi non cade mai, ma chi cadendo si rialza e va verso un nuovo incontro, che sia una vittoria o una sconfitta, poco importa, dipende sempre se lo è per te, e lo è in base a che prospettiva ti guardi tu, non quella da cui ti fai vedere dagli altri. Ciò che conta davvero è andare avanti, da pugile, ogni giorno della tua vita, perchè ogni giorno è un giorno buono per salire su un ring e vincere un incontro, e lo è per rendersi conto, che anche se lo perderai, lo avrai perso, restando un combattente fiero.