mercoledì 30 settembre 2015

Ever green.


E' l'ultimo giorno di settembre. Il mio blog si veste di foglie arancio, rossastre, gialle. In realtà anche il mio cuore ne è coperto, è interamente coperto di foglie d'autunno. Ogni tanto sullo sfondo dai colori accesi di questo blog, si scorge qualche bella foglia verde sopravvissuta all'autunno, o forse "evergreen" come quelle cose che non cambiano, chissà! L'estate, la torrida estate con le sue lusinghe d'amore e di sole è ormai alle spalle. Il mare è sempre lì, quell'azzurro che riempie a portata di mano, o meglio di chilometri. Qualche viale si tappezzerà di foglie, cadranno dagli alberi e vestiranno le strade e gli occhi si riempiranno di colori d'autunno e ai più scalderanno il cuore. Comincia a far fresco, c'è il cambio di stagione, si cambia pelle, si cambia abitudini, si cambia, dalla t-shirt al maglioncino. L'estate ha lasciato una qualche traccia sulla nostra pelle e non è l'abbronzatura che pian piano se ne va con l'illusione del sole, è qualcosa di più profondo che magari è destinato a svanire, magari no. Ho letto un libro nel mese di Agosto di Pamuk, il museo dell'innocenza, pagine che gridavano un amore che voleva somigliare un pò a quelle foglie verdi, che voleva essere ever green a tutti i costi, ma che in realtà era passato, come le foglie d'autunno. Pagine dense di amore, della ricerca spasmodica e senza freni dell'amore, pagine che trasudavano di ossessione, di innocenza. A volte speriamo che sia ever green l'amore che incontriamo, vogliamo a tutti i costi che quelle sensazioni provate durino, siano sempre verdi, come le foglie in primavera, e in cuor nostro coltiviamo questa speranza  e la innaffiamo come si fa con una pianta, ogni giorno, perchè affinchè qualcosa duri serve acqua, serve cura, serve dedizione, serve presenza, costanza. Puoi innaffiare una tenera piantina per un mese intero ogni giorno, darle sole, luce, nutrimento, cura, spalancarle le finestre, ma se poi all'improvviso la lasci con le finestre chiuse, al buio, e senza acqua, muore. Muore perchè le manca quella cura che la teneva in vita. A volte, invece, muore e basta. Muore perchè è il ciclo naturale delle cose, le cose vivono, e poi muoiono senza che nessuno possa fare niente per impedirlo. Le foglie d'autunno sono un pò come quegli amori che ingialliscono, che cambiano colore, che mutano nella sostanza e nella forma, che muoiono, ma che ci si ostina a tenere vivi perchè si ha paura di stare senza. E invece quando qualcosa si scopre non essere " evergreen" bisogna trovare il coraggio di lasciare andare ciò che credevamo fosse e non è stato. Ever green suona benissimo, una foglia verde, di un verde smeraldo intenso che brilla tra le foglie morte, brilla come la speranza che non si spegne, nè appassisce mai per il cuore.

venerdì 25 settembre 2015

L'intero.


A volte ti aggiusti ad amare qualcuno, a volte lo ami e basta. Ti capita, come quando esci in un mattino di sole e becchi inaspettata la pioggia e ti bagni da cima a fondo. A volte ti senti una mela intera con un cuore perfettamente integro, la mela è intera, le due metà combaciano perfettamente, sono uno studiato incastro del cielo. E quando trovi, o credi di aver trovato quella metà di te, che ti si attacca e ti si incastra come se tu fossi stata sempre intera, succede solo che ti senti intera e non importa quanto tu ci abbia messo per sentirti così, perché finalmente ti ci sei sentita. E non credi ci sia altra fottuta soluzione che rimanerci attaccata uso ventosa a questa meta', credi che sia naturale come respirare, mangiare, dormire, fare l' amore. Ti risulta normale solo restargli addosso a sta parte perfetta di mela che compone come un puzzle ad incastro il tuo cuore. E pare che serva tanto tempo per capirlo? Dicono. Io non credo, credo invece che hai quelle sensazioni immediate e che non dovrebbero cannarti mai, che ti dicono è questa la tua parte di mela mancante. Finché non pensi di averla trovata, ti puoi aggiustare con un altra metà che non combacia, che non è dello stesso colore della tua, che non ricompone il tuo cuore, ti aggiusti, ti adatti, e lo sai. Ma quando per un pò, per un tempo breve dal sapore di eterno, questa metà mancante che una divinità malvagia ha sottratto ad un intero perfetto, perché delusa dall amore, perché ingannata dal suo amante, ha combaciato con la tua, bè non ce la fai più ad aggiustarti con una mela verde e che non è tonda e rossa come la tua metà persa. Io credo che non ce la fai, puoi provarci a fartela andare bene, la rattoppi con uno spago e tieni le due diverse metà insieme, per un pò, illudendoti che più le tieni soggiogate e ostaggio di un filo più le tieni insieme e intanto quella dea cattiva se la ride perché pensa di essere riuscita nell intento di separare gli amanti, ma sbaglia. Se quelle due parti perfette di un intero hanno combaciato per un pò e poi si sono staccate e volate lontano, a causa di un vento ostile e furibondo, torneranno a ricomporsi. Se una meta' si ricompone alla sua perduta metà per un tempo, non potrà più sottrarsi all'intero e restare legato con un filo di spago ad una mela diversa, non può finire con l'aggiustarsi, marcirebbe. Non capisco chi si aggiusta ad amare.Non lo capirò mai. Da qualche parte c è la tua parte mancante perfetta che non t'aggiusta, ti fa sentire intero. Cercala finché avrai vita, e ne sarà valsa la pena, sempre. Serve tempo, pazienza, coraggio,forse la troverai sul fondo del mare, adagiata su un prato, nascosta nel fondo di un cassonetto e malandata, vicina a un coltello che vuole affettarla, tra le mani di un contadino. Ma se la trovi ed è la tua afferrala forte e non perderla più. 

venerdì 4 settembre 2015

Il mare non attraversa il cielo.

Non conta quanto qualcuno dica di volerti bene. Conta quello che fa con questo bene, conta quello che fa col bene che dice di volerti. Magari dice solo una marea di puttanate, il bene non ferisce, non fa aspettare, non svuota. Riempie sempre. Il bene trova sempre un posto, anche nell ultima fila, è paziente e ti ricarica come una pila con le batterie full. E quando questo bene arriva, sei quasi stanca di tenere la guardia sempre alta, di stare li pronta a schivare le sberle, i colpi, perchè pensi che ciò che è bene, presenza, cura, non te ne riserverà. E li sei fregata, stai per commettere un grave errore, perché prima o poi anche chi ti promette il bene del mondo, ha un coltello affilato nella tasca della giacca. E tu vieni colta alla sprovvista e tac il colpo è sferrato e la ferita è aperta. Si cresce anche così, con le bugie degli altri di cui ci cibiamo per fame di verità. Si da e si toglie, senza fare i conti con la misura delle cose. Si da e si toglie. Si dispensano parole infiocchettate che profumano di buono, di semplicità, di quotidiano, di calore. A volte mi chiedo se la gente di questo cazzo di mondo da un peso a quanto esce dalla sua bocca, non lo da. Il mare non attraversa il cielo. Il cielo e il mare a volte non si toccano nemmeno. Restano lontani, a distanza di sicurezza per non confondersi, per non perdersi. Appartengono alla stessa tavolozza di colori, blu cobalto. E quando ti sei accorta che cielo e mare sono due cose a parte, due entità distinte, te ne vai. Il cielo e il mare pare abbiano qualcosa in comune, l infinito, non arrivano mai in un punto, non arrivano mai a un limite definito, sono infiniti, come il bene, quando non è una bugia.