mercoledì 27 aprile 2016

IL Ranocchio e la lumaca.

La paura. Oggi voglio parlarvi di questo. Cos'è la paura?.. La paura è qualcosa che ti fa fare quello che fai tenendo il freno a mano, la paura è quella sensazione scomoda, quasi fastidiosa come una mosca che ti ronza intorno e che non riesci ad afferrare, che ti affanni a mandar via, e che spalanchi la finestra perchè speri che se ne voli via. La paura è questo, è quel freno che mettiamo alla felicità. E poi stai li a chiederti se la felicità meriti i tuoi freni, quei freni che la ragione ti indica, quei freni che si accendono come indicatori direzionali che ti portano solo fuori strada. Il salvagente ti protegge se non sai nuotare e ti protegge anche se sei un abile nuotatore, quel salvagente li' che preso a buone dosi, come uno sciroppo d'acero, che ti fa bene, bè ti salva, ti protegge dall'esporti nuda e cruda davanti a qualcuno che può toccare con mano le tue fragilità, una per una mentre sfiora la tua pelle, e ti conta le costole. Che bella la fragilità, ci fa essere veri, liberi da schiavitù di forme e clichè, ci fa sentire noi stessi fin in fondo, con le mani che all'occorrenza tremano, con il cuore che ti batte forte all'improvviso e che non puoi fermare, sarebbe stupido fermarlo, dettargli leggi, regole, condizioni, che comunque non ascolterebbe mai, il cuore in queste questioni è completamente sordo. Su una pagina di un libro che tra l'altro ho amato tanto, e continuo ad amare in un modo pressochè intimo e personale, perchè mi è stato regalato da un amica, una di quelle che avresti desiderato fosse presente al tuo matrimonio, alla nascita del tuo bimbo, alla tua dipartita, quell'amica per sempre, quella che il mondo crolla e lei resta, quella con cui vorresti condividere emozioni, quella che c'è ancora, silente, lontana, ma c'è, che mi incrocia, che incrocio, per caso, che resta. Insomma lunga licenza o divagazione che dir si voglia, a parte, questo pezzo qui dice "  ho paura perché da qualche tempo mi sento come una lumaca senza guscio e che quel lui cui lo dici, senza filtri e senza difese che solo gli adulti sanno innescare,  ti risponde ".. se è per questo anche io ho paura, mi sembra di essere una rana senza membrane connettive nelle zampe " e si resta così per un po' a guardarsi negli occhi con le proprie fragilità, nudi, non solo senza vestiti addosso, ma nudi nel senso più vero. Si resta così una lumaca senza guscio e un ranocchio privo di membrana connettiva.   Ed io credo che è esattamente così che dovremmo mostrarci, nudi, senza membrane connettive nelle zampe e come una lumaca senza guscio, vestiti delle nostre fragilità. Cazzo, mi direte voi, la fai facile.. Bè io rispondo che non è di certo facile, perchè quelle parti di noi che sono lì vigili, pronte a difenderci, a soccorrerci, a vestirci di orgoglio, vanità, sicumera, che in qualche modo tirano un sipario su quel bimbo/a che ha paura di mostrarsi come un adulto funzionale. E invece, quello che ci sfugge, è che sono le nostre fragilità a creare i nostri punti di forza. E' partendo da quelle, che lavorando su noi stessi, si va lontano. E' quasi come figurarsi un corpo nudo di donna che da sola con fatica e maestria con in mano un piccolo scalpello, modella se stessa, andando a snellire, scolpire, quelle parti dove la fragilità s'addensa, andando a lavorarci su, alla ricerca di un corpo perfetto che però rappresenta l'anima. Ora scappo ho delle raccomandate da fare e la posta mi chiude a breve. Spero facciate tesoro di quanto vi ho detto. Ridete delle vostre fragilità, amatele, conviveteci, fateci l'amore e avverrà il miracolo. Ciao, per ora.