lunedì 23 giugno 2014

Lettere a Nessuno.



La signora Coerenza nelle storie d'amore e di altri sensi è incoerente. Sacrosanto concetto. Ha scritto chilometri d'inchiostro imbrattando pagine vergini, ha cancellato le bozze, ha riscritto, ha cancellato ancora, ha riempito cestini di carta, ha dato sfogo al cuore e a quei sensi siti in basso, è stata soggiogata dal desiderio e dal capriccio, da sensazioni pilota che hanno guidato quella mano sul foglio, e ha scritto quel foglio, ha trovato l'indirizzo del destinatario e quella lettera, salva dal cestino della cartastraccia, è partita. E' partita col vento, l'ha soffiata lontano. Quello che fai resta.  Resta sempre come ti senti, resta sempre come qualcuno ti fa sentire. La signora Coerenza si sente incoerente, è arrabbiata, ha scritto fino al calar della sera chilometri d'inchiostro a nessuno, non ha trovato l'indirizzo. Nessuno non abitava più in quel posto, nessuno abita più in quel posto. La signora Coerenza ha perso il sonno e la fame, si è cibata di silenzi assordanti, ha chiuso a chiave la porta di casa e ha girovagato senza meta per scordare nessuno. Ha percorso sentieri mai battuti, ha sentito nuova musica, è stata tentata di ballare e poi fermata da nessuno. Nessuno non abita più in quel posto. Serve tempo perchè nessuno smetta di abitarvi, serve tempo perchè la signora Coerenza smetta di andarlo a trovare, serve tempo perchè non si cerchino più. Quelle lettere gli sono state recapitate, credo che nessuno le abbia lette, si è soffermato sull'uscio di casa, le ha tenute con se per un pò, strette nelle mani, insieme alle parole, quelle le ha fermate. Me lo figuro quasi, mentre ferma le parole, mentre ferma quel momento in cui la sua bocca le pronuncia, come a mettere un punto fermo, a tenersele lì serrate nella bocca. Le parole però sfuggono a nessuno, gli fanno male, sono parole della signora Coerenza, incoerente, bugiarda e arrabbiata, e  restano. Restano sull'uscio della sua porta, non le fa entrare Nessuno, non può. Non può dare sfogo al desiderio, uscirebbe di casa e correrebbe a cercarla, la cercherebbe invano, la signora Coerenza non abita più lì. Entrato in casa con la foga di possederla, non la troverebbe più ad aspettarlo affacciata alla finestra. Lei ha aspettato invano nessuno. Nessuno ha un'altra vita. Tornerà stanco, vinto da un desiderio bruciante di carne, inappagato, e si siederà sull'uscio della porta ad attendere. E in quel momento mentre quel desiderio di carne lo pervaderà penserà a quelle lettere a cui non ha risposto, ai silenzi assordanti, a quando era tra le sue gambe e sul suo seno, e crescerà la fame e crescerà l'assenza. La signora Coerenza non abita più lì, ha scritto lettere a nessuno, ha sentito i silenzi di nessuno, ha sentito la mancanza di nessuno, è stata vinta a sua volta dal desiderio bruciante della carne, l ha consumata, l'ha erosa fin nelle viscere, l'ha vinta. E ha continuato a scrivere lettere a nessuno, a serbare una passione per nessuno ed è rimasta anche lei ferma, immobile su quell'uscio ad aspettare. E ha continuato a scrivere,  lettere d'amore che fanno solo ridere, prima pervase di un desiderio che le anima, bruciante, pulsante, vivo, poi quasi dichiarazioni di guerra aperta, odio consumato, ostili nell'inchiostro, a Nessuno. Le lettere d'amore di Coerenza (come diceva Pessoa)  facevan solo ridere, lettere d'amore scritte senza accorgersi, e senza aver paura mai di essere ridicoli. Nessuno l'amava, e lo sapeva, ancora. La signora Coerenza non abitava più li.

domenica 15 giugno 2014

Inno di Mameli, numeriche successioni, implosioni e deflagrazioni.


Prima partita dei mondiali di calcio 2014 che vede tronfia l'Italia. Mano sul cuore e inno di Mameli, e ricomincia la festa. Ricomincia la sofferenza dei veri tifosi, di quelli in cui bolle un sangue tutto italiano. Fa caldo. Non sarà stata una giornata soleggiata, ma l'aria è greve e c'è profumo di terra intorno, quel profumo che esala dalla terra rossa bagnata e che senti solo in estate. Ho ascoltato mille brani musicali, ho letto mille cose, ne ho pensate tremila, ho fatto calcoli, ho imbrattato pagine, ho capito che funziono con la logica e che non ci so fare con i numeri, ma che ci troverà la gente nella matematica, nelle serie numeriche, non mi è mai riuscito di capirlo. Mi è montata una gran voglia di nuotare, di viaggiare, di esplorare nuove cose, per scrivere nuove pagine e sentire nuove note. E allora si ricorre alla punteggiatura e scegli un simbolo appropriato. Non hai granchè da riflettere sulla scelta, quando qualcosa non funziona, i conti non tornano, o se tornano stonano, le note hanno una melodia da elettrocardiogramma che si interrompe, una virgola direi che non ti serve, l'hai già usata, poi è seguito un punto e virgola, dopo che hai a lungo perseverato su un punto interrogativo, scegliendo poi di non usarlo. Ti restano un punto e un punto esclamativo. L'attrazione per i puntini di sospensione è notevole, sottintende un forse, un chissà, un c'è tempo, un vedremo, un probabile. Scartati tutti, sbaragliati da un punto. L'esclamativo è efficace, per la carità, ma sottolinea per quanto incisivamente una condizione temporanea, pertanto mutabile. Ma tutto muta, certo! Ogni cosa muta intorno a noi, mutano le nostre cellule, mutano i venti, il corso delle cose, le stagioni, i gusti, le mode, le abitudini, ma qui subentra la matematica, la odio si, ma ogni tanto pare sia l'unica a fornirti un dato certo. Se qualcosa si ripete nel non funzionare, vuol dire che c'è una successione numerica che conferma un dato esatto, una successione numerica che non cambia, perdura immutabile a mio sfavore e non ha davvero senso alcuno perseverare col calcolo delle probabilità, specie con la matematica. Io non amo i numeri, amo le parole. Con quelle ci so fare, avrò un DNA di tante parole e pochi numeri. Io non sono una donna che si arrende facilmente nelle faccende della vita, ah per niente, lotto come un leone se voglio qualcosa, la lotta è strenua e il credo riposto totale.  Sono un'instancabile lottatrice, a volte io stessa me ne stupisco. Ma ci sono delle cose per cui lottare non serve. C'è un argomento, oggetto di un acceso dibattito, di cui mi preme parlarVi. Mi congedo da questa parentesi, forse un pò prolissa, di numeri e parole lasciandovi cogliere uno spunto per una matura riflessione. In un video Agosti, un brillante regista emiliano sciorina fluidamente convinzioni congelate sul rapporto a due, su come dovrebbe essere e viversi, e parla di incontro, un incontro voluto, desiderato, non scandito dall'abitudine e dalla prassi convenzionale. Ma se poi dopo un incontro d'amore non squilla il telefono o non c'è parvenza di una piccola certezza che uno si mette in tasca, solo per sentirne ancora l'essenza sfumata, succede il finimondo. Allora come funziona? Ci si incontra, ci si perde per le strade del mondo, si è sempre rette parallele che si incidentano in un punto per poi respingersi, e quindi ci si sceglie liberamente e ci si allontana altrettanto liberamente e quindi ci si INCONTRA. O ci si appiccica, si fa un gran casino tra aspettative dell'uno e dell'altra, proiezioni che nel 99% dei casi non coincidono, ci si prospetta a tavolino un unione?  Agosti non dico che non abbia ragione, come non dico che non abbia torto. Credo che se si ama davvero non si tradisce, non si riesce a stare senza l'altro, e credo che la cosa più bella sia a dispetto di Agosti, dormire abbracciati a qualcuno che si ama e ci ama. Il punto nodale è un altro, e credo sia a questo che alluda, aldilà di come ognuno intenda vivere la propria vita e viversi i propri affetti, che è affar suo. Il messaggio è che ciò che veramente conta, è esplodere, non implodere dentro. Ciò che veramente funziona o in due o da soli, funziona perchè ognuno di noi, scevro da compromessi, rispetta la propria natura, si asseconda e non implode, negando i propri bisogni. Far esplodere se stessi è vero amore, sentirsi esplosi quando si è da soli e con l'altro. Se così non è, stiamo andando verso l'implosione, soffocando desideri, libertà represse e voci interiori messe a tacere. Quindi Agosti o meno, siate degli esplosi non degli implosi. Dai numeri, alle parole, alle deflagrazioni mancate, alle deflagrazioni compiute. 

venerdì 6 giugno 2014

Momenti di vetro.


Ieri pomeriggio in una pausa rubata allo studio e al lavoro, sono fuggita al mare, (nel mare c'è sempre un porto. Funziona un pò come con la musica, solo che il mare non si fa sentire). La prima voluta digressione, ma credo ne siate già avvezzi, è il mio stile, mentre butto giù qualcosa, cè già qualcos'altro che incalza nella testa e non mi riesce di ignorarlo, e così funziona a catena, digressione chiama digressione. Tornando al bandolo della matassa, passeggiando lungo il muricciolo che rasenta il lungomare con lo stomaco coinvolto in un party gelato, mi si offriva alla vista un puzzle scomposto di bottiglie vuote lasciate sul muretto, disseminate qua e là. Non ho pensato al disordine, a qualcosa che a suo modo sporcava il paesaggio, lo imbrattava, lo rovinava. Ho invece subito pensato che quelle bottiglie vuote o semivuote fossero semplicemente momenti di vita lasciati a decantare su un solitario muro di mattoni, momenti. Ho pensato che cosa rimane di quei momenti, la mia mente si è subito avviluppata in intrecci, in relazioni, in giochi, in game over. Su alcune di queste bottiglie di vetro ci ho visto un GAME OVER scritto a caratteri cubicali, e restano le bottiglie. La mente è andata a due amanti che si ritrovano in una semioscurità vicino al mare ad amarsi, a raccontarsi, a viversi un momento che sembra durare un'eternità, ignari che sarebbero rimaste li quelle bottiglie vuote a testimonianza di questo amore clandestino, proibito.Erano lì immobili, come silenziosi testimoni di una tempesta di passione consumata. Da oggi in poi quando vedrò due bottiglie vicine sul muretto del lungomare, vedrò due perduti amanti. 

lunedì 2 giugno 2014

Farneticazioni.


"Sono seduto su un grattacielo, vedo gli aerei passare, poi guardo giù, voglio saltare, voglio imparare a volare.. Eh allora volo via, siamo in viaggio io e la mente mia!..Lui, solo lui, il Grigna è il mio porto. Quel falco a metà da sempre, che indifferente sorvola già tutte le accuse, boschi e città. Questo pezzo, questo grido rock urla libertà e si fa sentire. E' a dir poco strano che io non vi abbia ancora parlato di un grande amore per un uomo che quando canta mi monta i brividi sulla pelle, e quest'uomo qui, si chiama Gianluca Grignani. E' nata per gioco, come tutte le cose, a volte destinate a durare per sempre,quasi a nostra insaputa, durano e si fanno beffa di noi. Un mio caro amico intonava questo pezzo qui alla perfezione, e credo lo intoni ancora. Mentre scrivo, lo sto ascoltando a palla nelle orecchie, siedo di fronte ad una vetrata spalancata che da sul bordo di una piscina e un giardino grandissimo tappezzato di verde e di palme intorno, la piscina è vuota ancora, c'è un telo enorme che la ricopre e il vento che soffia furioso lo agita. Alla mia vista questo enorme telo bianco e azzurro si gonfia e si sgonfia come fosse un polmone che respira aria, le palme si agitano al vento, e intorno c'è una pace che non conosce definizioni, e il falco va senza catene, ha imparato a volare. Chissà se questo è il segreto di vivere con me!.."E poi non so cosa mi è preso questa sera ti parlo come fossi ancora qui, mi volto e sei seduto vicino alla finestra, sorridi come tanto tempo fa!.. E arriva nelle orecchie come una carezza la voce di Gino Paoli e Vanoni. " E' vero non si può fermare il tempo, ma puoi fermare i sogni intorno a te e dentro ai miei pensieri i sogni sono veri e quelli il tempo non li cambierà"..e intanto il mio bicchiere di amaretto di saranno è ancora lì e i miei occhi ammiccano golosi, il dondolo di fronte a me sembra dormire e poi.. " un pomeriggio della vita ad aspettare che qualcosa voli, indovinare il viso di qualcuno in chi ti passa accanto, tornare indietro un anno, un giorno, per vedere se per caso c'eri e sentire in fondo al cuore un suono di cemento, mentre ho già cambiato uomo un altra volta, come si cambia per non morire, come si cambia per amore, come si cambia per ricominciare. Eh Fiorella Mannoia non m'annoia mai, voce suadente che arriva all'anima e intanto osservo il volo di qualche uccellino qua e là che si ferma sul bordo della piscina e curiosa attraverso il telo. "Se una mattina io mi accorgessi che con l'alba sei partito con le tue valigie verso un'altra vita, riempirei di meraviglia la città, ma forse dopo un pò prenderei ad organizzarmi l'esistenza, mi convincerei che posso fare senza"... e continua a suonare nella testa la voce della Mannoia in questo pomeriggio di pace e di musica e di silenzi. E a rompere il silenzio arriva lui, Lorenzo Cherubini.. "un bellissimo spreco di tempo, un'impresa impossibile, l'invenzione di un sogno,una vita in un giorno, una tenda aldilà della duna, un pianeta in un sasso..una casa un aereo che vola, baciami ancora, baciami ancora"..E a rompere la magia Massive Attack in Karmacoma e la pace puf!.. andata!!.. Un pomeriggio di amici, tutti con me, nelle mie orecchie a farmi compagnia, a festeggiare la Repubblica. " E mentre brucia lenta questa sigaretta io sto seduta qui che non ho fretta, ti ascolto tanto è come l'altra volta, facciamo pace a letto e non dentro la testa".. E cosa c'è da dire cosa c'è da fare siamo due cuori affetti dallo stesso male". E Mina, Nutini, Radidervish,Skunk Anansie,Brunori Sas,Stereo Total, negramaro,Vecchioni,Dente, Cammariere e tutta la mia banda di sognatori matti, sono tutti qui a far festa. " E cosa non farò per farmi amare, cosa non farò per dirti che, cosa non farò per questo amore,per dirti cosa sei per me"..e Cammariere. La musica ti grida nelle orecchie ma sa farlo in silenzio, ti cura, ti ciba, ti da acqua e pane e sei sazio.