martedì 18 luglio 2017

Elena e il ronzino.








Elena si è sbagliata e ha tanto amaro in bocca che sosta indesiderato. Gioca alle corse dei cavalli lei, e ha sempre creduto di essere un abile giocatrice, per così dire un'intenditrice delle corse. Per mesi di fila ha puntato la sua giocata sul cavallo sbagliato. 
Eppure le piaceva quel cavallo, anche se tutti le suggerivano che era brutto e che di certo non avrebbe vinto, non avrebbe retto alla corsa. Lei però lo vedeva bello e vincente e ignorava tutti i suggerimenti, per lei aveva una folta e lucente criniera, le zampe agili, un manto nero che pareva di velluto, e poi era un cavallo che rideva tanto, ogni tanto le faceva quella risata che sanno fare i cavalli, mostrandole tutti i denti.
E invece dopo mesi si è rivelato un ronzino, che ha fatto solo finta di partecipare alla gara, in realtà non si è mai preparato per vincerla.
Solo lei lo vedeva bello per poi scoprire all'improvviso che non aveva per niente il manto nero e vellutato, affatto!
Però si sa quando si guarda qualcosa attraverso la lente del cuore, ogni immagine perde consistenza reale, e per Elena era così, vedeva quel cavallo per come non era, e forse non era mai stato, poi di colpo aveva levato il filtro, e lo stallone nero da corsa l'aveva  visto come un ronzino, che non era mai uscito dalla stalla.
Le emozioni le hanno giocato un brutto tiro, l'hanno cannata di brutto per poi ridersela alle sue spalle, ed Elena si è sentita stupidissima, e ha pensato che ancora una volta un ronzino travestito da stallone l'ha presa in giro, l' ha ferita, l'ha lasciata a piedi.
Avrebbe potuto accorgersene prima, molto prima, evitarsi tutta questa disillusione, ma lei è una che ci deve sbattere col muso nelle cose, che si deve rompere le ossa, che deve fare lunghe cavalcate che non portano in nessun posto per capire che quello lì non aveva neanche lontanamente le sembianze del suo nero stallone da corsa.
Poi scesa da cavallo, l' ha guardato mentre si allontanava e ha visto un vecchio ronzino, la cui sagoma si sbiadisce e scolora, ha levato tutti i filtri, non le importa più. 
Ha dato tanto amore a quel cavallo, ha dato tutta se stessa, anche se lui nonostante l'abbia guardata con i suoi occhi piccoli e sgranati non l' ha mai capito. Hanno cavalcato insieme nella prateria, hanno anche saltato qualche staccionata, ma poi l' ha lasciata a piedi, non se l 'è sentita di affrontare la corsa, anche se Elena ha provato a convincerlo, ha provato fortemente a fargli capire che ne sarebbe valsa la pena.
Lui ha fatto qualche altro giro di campo nel recinto, dopo che lei gli hai lustrato con la spazzola la nera criniera, gli ha dato la biada buona, e lui si è lasciato accarezzare e strigliare ben bene, pareva contento e ha ripreso a cavalcare per il sentiero, mentre Elena si è nascosta dietro la radura, e aveva paura, non voleva farsi trovare, perchè in cuor suo lo sapeva che era infida quella sella, che sarebbe caduta e si sarebbe fatta male, e mentre lui sostava tranquillo volgendo lo sguardo verso di lei, non si è fatta più trovare, è fuggita via.
Poi non appena si è sentita più forte, l'ha cercato ancora, e lui, come sempre si è fatto trovare, ma non vuole correre, gliel' ha fatto capire appena lei ha provato a montarlo, ha flesso le ginocchia e l' ha fatta scendere. Elena lo ha guardato negli occhi e una lacrima le ha rigato il viso, lui si è rialzato ha scosso la criniera e si è dileguato nella prateria. 

martedì 18 aprile 2017

La vita è bella e non me l'ha suggerito Benigni. Lo so da me.



Ma  quanto è bella la vita?... Quanto lo è da uno a 1000?... Mille. Penserete ma questa non scrive da mesi e poi di punto in bianco scrive ste minchiate qui che sembrano scontate e banali, che rasentano l'ovvietà. Bè non sono minchiate, la vita è la cosa più bella che possa capitarti, è in grado di toglierti il respiro. Ti fa sentire di merda qualche volta, più di qualche volta, un pò rotto dentro come se qualcuno ha giocato con i fili che ti tengono intera e ti ha rotta un pò, ma va bene uguale, vuoi mettere quanto ti senti viva anche quando stai davvero di merda, ti senti dentro qualcosa che ti scorre forte, che ti attraversa e non ti lascia.
E quando sei felice invece cavalchi l'onda della felicità, e ti bevi quel bicchiere di vino, sapendo che non ti basterà e tornerai a volerne ancora. 
Non sai mai quanta benzina ti resta nel serbatoio e quanta strada farai, dove ti fermerai per una notte, o per un pò più di tempo, non lo sai, e forse proprio in questa consapevole incoscienza c'è tutto il bello. Qualcuno ha detto " siate affamati, siate folli", mi chiedo perchè non c'è un cazzo di signor nessuno a questo mondo che abbia detto " siate razionali e prudenti" e se c'è ed io non lo conosco, o non ne so l'esistenza, bè presentatemelo, o ditemi chi è, proverò a sentirlo e a cercare di capire se ha ragione. La vita è tanto bella, ti prende e ti sbatte in faccia tante emozioni, è rock il suo modo di fare, mi piace molto, te le sbatte nude e crude davanti agli occhi, poi ci si mette in mezzo la razionalità a far casino. Abbiamo una paura fottuta di mostrarci come siamo, non conviene, non è un buon affare, perchè ci sono le regole del gioco, il gioco dei ruoli, perchè ti devi mostrare come non sei, altrimenti il gioco non funziona, ma queste che regole sono, chi le ha decise, ste regole qui. Io non ci sto e dico vaffanculo alle regole, agli schemi, alle paure, alle ipocrisie, alle falsità. Forse sono una voce fuori dal coro e non me ne frega niente, sono nata così, ribelle alle regole scritte, sincera come non conviene, ma questo è il sangue che mi scorre nelle vene. Non si possiede mai davvero niente, e benchè mai qualcuno, al difuori di se stessi, ma si può vivere tutto con l'intensità e la verità che uno conosce. Usatele voi le regole, fate che vi pare, a me non interessano, mi interessa di vivere, di sentire il sole che mi scalda la pelle, respirare l'aria che affonda nei polmoni, sentirle le emozioni, si, perchè può succedere che ti facciano paura sulle prime, ma quella paura non è mai abbastanza forte da impedirti di vivertele. E' bello svegliarsi al mattino  e dire, sono libera e mi sento viva. 

mercoledì 25 gennaio 2017

C'è la neve e poi le cose che non cambiano.

Questo è quell'angolo virtuale di mondo dove tutto sembra funzionare, non c'è stata la neve, il terrorismo, il terremoto. E' un angolo di evasione dalle brutture del mondo, dalle brutture dell'animo umano. Non vi ho abbondanati!!! Lo so sono imperdonabile non scrivo da mesi e a dire il vero mi manca farlo, ed è forse per questo che stasera abbandonando ogni altro onere, scadenze, scartoffie, palestra, due righe ho davvero voglia di dedicarvele. Sono impegnata in un altro progetto di cui non dico nulla per scaramanzia, ma ha a che fare comunque con la scrittura, con l'inchiostro.
E' come se avessi dormito e poi mi sono svegliata che è gennaio, quasi la fine di gennaio. La neve l ho vista dalla finestra, o meglio, ho aperto la porta d'ingresso di casa mia. Si perchè vi siete persi un passaggio, pare che adesso abbia una casa mia e un gatto che si chiama Mia. Lo so sono ripetitiva ma a volte pare essere necessario. Mia non è un gatto e basta, è una creatura meravigliosa che l'Universo mi ha concesso di incontrare e di vivere, perchè fidatevi c'entra sempre l'Universo quando incontri qualcuno così speciale e lei lo è in tutto quello che fa e anche in tutto quello che non fa. Non ho mai pensato a un nome diverso da darle, da quello.
Dicevo che la neve l'ho vista, ed era bianca, era densa, copriva come un piumone di quelli di piuma d'oca bianchi e gonfi, la vegetazione, le macchine, le case, le cose, le persone, solo che il piumone è caldo, la neve è fredda, ti gela le mani, e se la stringi tra le dita si infeltrisce come un maglione che metti in lavatrice e ti sembra essere d'improvviso diventata ghiaccio. Non so voi, ma io la vorrei calda la neve, come la panna montata, però calda, che si scioglie tra le dita. Avevo la febbre in quei giorni, ma ho spalancato le porte di casa per vederla, perchè i miei occhi venissero contagiati da quel candore, perchè quando la neve ricopre qualcosa, quel qualcosa diventa magico d'improvviso. Quella era una neve buona, che non ha ferito, non ha ucciso nessuno. In Abruzzo c'è la neve matrigna, che ha ucciso, ferito, e poi c'è il terremoto.  Perchè a volte la terra riesce a tremare così forte che tutto intorno crolla, crollano le case, e crollano le vite della gente, e le speranze, e la gente muore, e quella che non muore perchè non smette di esistere fisicamente su questa terra infida, bè muore dentro e vede la morte intorno. Non so cosa è peggio!
E mi pare che in questi mesi, neve a parte, che per noi del basso Salento è stato un regalo arrivato dopo Natale, fuori tempo massimo, ma gradito, perchè affondare le mani e i piedi nella neve, anche se sotto hai due strati di panni, i calzettoni termici, gli scarponcini, i mutandoni di lana, ed altri ed eventuali equipaggiamenti, bè è un'esperienza interessante. ma meglio che duri solo 3 giorni, o forse saranno anche troppi!... Ecco riprendendo il filo di un discorso interrotto da una involontaria digressione, come spesso, sempre o quasi, mi accade, dicevo che non è cambiato niente.
Mi riferisco all'ultimo attentato terroristico, che palle sto terrorismo, quanto vorrei non sentirne più di notizie dal terrore.. allora si che cambierebbe qualcosa davvero, ma la gente muore ancora e l'intelligence sta a guardare, non riesce a prevedere o a sventare l'attacco del terrore, e quindi un camion si ostina in una corsa cieca sulla folla nel bel mezzo di un mercatino di Natale a Berlino. Vaffanculo, e la gente cade per terra, come birilli, solo che non siamo in una sala da booling. E allora Vaffanculo ancora e Vaffanculo.
E quindi ricapitoliamo. La neve, il terrorismo, il terremoto, ah per non parlare della fobia Meningite, i mass media ci hanno tartassato le palle su casi del genere, e quindi la corsa al vaccino e quindi l'aspro dibattito delle correnti di pensiero opposte, vaccino si, vaccino no. Pareva quasi una sorta di business tipo la mucca pazza. Forse prima la gente moriva uguale ma non lo sapevamo.
Sono cinica?.. Può essere!!!
Ah sono andata al cinema a vedere l'ora legale. Bel film, ben costruito, ironico ed esilarante senza apparire scontato o banale e con una morale quasi urlata in ogni scena con una tale efficacia da apparire quasi spietata. Il popolo non li vuole gli onesti, vuole i ladri. L'onestà ha un peso di responsabilità scomodo. Ho riso troppo, forse sarei voluta stare più comoda, tipo su una poltroncina del the Space e invece sono andata al massimo, cinema, intendo, dove non la puoi incastrare una bottiglietta d'acqua negli appositi spazi adibiti poggia vivande, perchè non ci sono, quindi l'ho poggiata per terra e poi con qualche involontario calcio avrò fatto dissetare qualcheduno dei sedili più avanti. Ho fatto beneficienza d'acqua. Comunque l'ora legale è un bel film. giuro!
Poi la storia della raccolta differenziata dei rifiuti, bè raccontata benissimo con immagini che nulla davvero lasciavano all'immaginazione, anch io avrò fatto una roba del genere, tipo chiedermi dove devo buttare un tovagliolo sporco di sugo!?!... ma di certo per disperazione non ho mangiato la buccia dell'anguria con la maestria e la disinvoltura di Ficarra.
Vabè proprio niente pare cambiato. L'onestà poi quella anche meno.