mercoledì 11 febbraio 2015

Io l'ho visto Sanremo.









Ieri ho visto il Festivàl di Sanremo, la famosa Kermesse che ogni febbraio che si rispetti ha luogo nella bella cittadina sanremese. L'ho visto per una motivazione ben precisa, credo l'unica, per godere dell'esibizione canora di Gianluca Grignani, che per motivazioni tutte mie e personali, mi piace, molto, tanto, tantissimo. E anche questa volta non ha tradito le mie aspettative, il Grigna, resta il Grigna. Il testo della sua canzone è molto bello. Quelle parole messe in fila, lo raccontano. Raccontano un uomo, che non è un santo, che ha le sue fragilità, che ha le sue emozioni, che ha fatto i suoi errori, e che guarda avanti consapevole del suo valore e dell'amore che lo circonda. Il testo dice "... ne ho sentite tante, quando ho voltato le spalle, racconta di ragni che fanno i nidi sui nostri errori, più o meno innocenti, racconta di uomini o santi ingannati da sogni infranti. Mi piace, non mi aspetto piaccia a tutti, e onestamente non m'importa, se si piazzerà o meno questa canzone. Ma ancora una volta, lui è quel nessuno, quel re del niente, che ha qualcosa da dire, e sa trovare le parole giuste. Il testo comincia con una frase molto bella che potrà sembrare utopica ai più scettici, e forse tra questi mi ci infilo pure io : " ... L'amore è un fiore che quando nasce non conosce inverno, ed io ci credo". Faccio il mio più grande in bocca al lupo a Grignani, e spero che quel messaggio cantato con un emozione palpabile, giunga a chi sa sentire. Non ho mai amato, particolarmente, questa Kermesse, l'ho trovata sempre noiosa, stucchevole, e con un facile zapping ho cambiato canale. Ieri invece le cose sono andate differentemente dal solito. I testi di alcune canzoni in gara, sono molto belli, l'emozione degli artisti in gara era quasi palpabile, com'è costume sanremese. Mi ha a dir poco strabiliata, la performance canora di Tiziano Ferro, l'ho trovato bello, consapevole di una voce sicura, di una presenza scenica impeccabile e un estensione vocale incredibile. Potremmo definirlo un " Tiziano Ferro show", direi! Carlo Conti, per quanto non se la sia cavata proprio male, mi lascia indifferente. Riguardo le vallette che lo incorniciano, giunge chiara, talvolta studiata, una fresca simpatia, una stentata presenza scenica, una mancata eleganza nelle movenze. Ingoiate da abiti preziosi, ma che non hanno lasciato il segno, almeno per me. Ieri guardando il Festivàl ho respirato aria salentina, la Emma Marrone sprizza salento da tutti i pori, dalla cadenza, alla mimica, è come dire " fatta a casa". E veniamo a Siani. Io ad esser sincera, non lo condannerei così aspramente, questo accanimento mediatico lo trovo privo di senso. Anzi io ho trovato Siani, brillante, spontaneo, vero. E se nella spontaneità si è lasciato trasportare da una battuta sul peso di un bimbo che non entrava nella sedia, bè non l'ha fatto certamente per offendere nessuno, o per ridere di qualcuno. Era, credo, un suo modo tutto napoletano per dire " mangia meno bomboloni alla crema".. e da qui il tornado mediatico. Bè io spezzo una lancia per Siani, e non lo faccio perchè ha magari " intelligentemente" devoluto il compenso (qualcuno potrebbe averlo inteso come un rimedio allo scivolone), io no, s'intende. Io assolvo Siani, perchè molte volte, il più delle volte, la colpa non è di quello che si dice, ma di come uno interpreta quello che si dice, è l'interpretazione erronea che scatena gli inferni. Anzi io ho visto un grande Siani, che a differenza di altri comici, partecipa alla risata, si emoziona con gli spettatori, e questo mi ha colpito, ho visto un umorismo spontaneo e partecipativo. E poi non poteva, di certo mancare la coppia vintage più gettonata del momento, Albano e Romina che con " Felicità" bè per quanto sull'onda del vintage, destano gli animi più sopiti. Io a ste cumparsite della coppia ritrovata, ci credo poco, ci vedo chiaro un bel business di due intelligenti, poi che sia amore o un calesse, affari loro!... Tirando le fila sanremesi la prima serata del Festival mi è piaciuta, non credo guarderò le prossime, la mia curiosità è paga. Ho respirato spontaneità, poco artificio e anche la mia terra, lu Salentu, quindi la mia recensione sulla serata del Festivàl è positiva. Spero però trionfi la musica, la vera, l'unica presenza importante della kermesse, quella che senza sforzo, giunge dritta al cuore. In questa prima serata io ci ho trovato in più occasioni, quando velato, quando espresso, un chiaro riferimento all'amore. L'ho sentito fortemente nel monologo finale di Siani che parlando d'amore, dice a chiare lettere, smorzando l'ironia, che l'amore deve essere per tutti, per ognuno di noi, per il mondo e ricorda Pino Daniele, presenza del Festival, intensa e silenziosa. Credo sia molto bello credere che l'amore è davvero quel fiore che se nasce non conosce inverno. Io lo auguro ad ognuno di voi e anche a me. Buon Festivàl e che vinca la voce più bella.