venerdì 13 marzo 2015

Forse... nessuno si salva da solo!










Una porta chiusa. Un corpo di donna che si riflette nello specchio, prima coperto da un vestito etereo, poi nudo, l'ossessione della perfezione, della bellezza, vagheggia la scena iniziale del film di Castellitto, regista del libro scritto dalla moglie, " nessuno si salva da solo". 
Due. due persone, un uomo e una donna che si incontrano in un ristorante per consumare una cena, per terminare di consumare se stessi. Lui è Scamarcio, nei panni di Gaetano, lei è Jasmine Trinca, la moglie, ormai ex, di lui. Si incontrano per decidere come combinare le vacanze dei loro due figli. Lei appare bella, ma ha i tratti del viso rigidi, quasi incasellati, la bocca ferma, che si lascia andare in smorfie che sfuggono ad un austerità quasi plastica, un'austerità, una compostezza, che non tardano a decomporsi. Lui invece, sembra sicuro, quasi spavaldo a tratti, con quell'intercalare ironico, sadico, quasi cercato. Si guardano ma è come se non si vedessero nemmeno. I giochi, le dinamiche di una coppia consumata, sembrano possedere la scena come ombre che passano e sfumano sullo sfondo. Uno snodo di didascalie felici e dolorose che si alternano e si rincorrono senza posa, senza fiato, dalla prima scena tirata fuori dal libro delle memorie. 
Il primo approccio, i primi baci, la passione che divampa infuocata, il sesso esasperato nelle scene, i litigi furiosi, i giochi, la complicità, l'amore, che padroneggia indisturbato nella scena del parco, dove lei sviene e lui dopo averla presa tra le braccia, come a volerla salvare col suo amore, la imbocca come una bambina con delle paste che trasbordano di crema pasticcera, e mangiano golosi e si amano golosi, e lei gli dice " Grazie" e lui chiede " perchè"?.. E lei risponde ".. grazie di amarmi". 
Un amore urlato nelle scene esplicite di sesso, dove si danno l'uno all'altra senza riserve, negli eccessi di uno slancio di carne e cuore. Lei non ha mai ricevuto amore, mai quello sperato almeno, e il rifugio nell'anoressia e nella bulimia, l'hanno sempre fatta sentire apposto, come fosse il controllore di una vita fragile, una vita familiare senza amore, una vita all'improvviso piena, traboccante di amore, un amore che viene da un uomo bello, sfacciato, diretto, giocoso, ironico, pungente, quasi teatrale in alcune scene spinte all'eccesso, un uomo che sugge i suoi seni mentre lei allatta il bambino, un uomo che le lecca con avidità i denti, che sono consumati, fragili, che sono quella macchia evidente di un mancato amore. Gaetano e Delia si amano, si sono amati, senza tempi, filtri, si sono dati senza calcolo, piani, schemi, l'uno all'altra, nella spontaneità del divenire quotidiano. E poi, l'amore, questo amore che salva, si blocca, si ferma, si rompe, ha un black-out, non muore, muta, si riempie d'odio, risentimento, rabbia, rancore, gelo e l'idillio si spezza. Quando qualcosa che salva, si spezza, cerchi qualche brandello di salvezza altrove. E qui Castellitto è maestro nell'accendere quel contrasto di intenti nell'attaccarsi a un salvagente. Lui, Gaetano scopa,  e lo fa come per dare sfogo ad una rabbia che gli abita dentro, come per sfuggire ad un baratro che gli si è splancato davanti, e che non vuole vedere, lei invece da spazio all'immaginazione, al flirt vagheggiato, all'amore platonico, si aggrappa ad una fantasia nella speranza che la tenga in vita, come quella respirazione bocca a bocca che il padre di un amichetto di scuola del figlio le fa nel bel mezzo di un parco. Entrambi, Gaetano e Delia, a loro modo, vogliono sfuggire al baratro, alla fine di quell'amore che li ha salvati. 
Nessuno si salva da solo. Cerchiamo, forse, quasi, inconsapevolmente qualcuno, qualcosa che ci salvi, sfuggendo a noi stessi. Si dipana per l'intero svolgersi del film un continuo andirivieni tra passato e presente, che si toccano, si scontrano, si fanno male, si inseguono senza mai raggiungersi, ormai quel passato è lontano. Squarcia la scena come un taglio netto su una stoffa, violento e deciso, un gesto che lei, nel bel mezzo della cena fa, lancia sul viso incredulo, scettico dell'ex compagno il gelato che aveva nel bicchiere, e poi la rabbia lascia il posto all'emozione e crolla in un pianto dirotto e isterico. Lui ancora incredulo, si toglie il gelato dalla faccia e si lancia in improperi, attacchi verbali violenti e insulti. La fine. 
Intanto una vecchia coppietta, li osserva per tutto il corso della cena, incuriositi, a volte basiti, a volte invadenti, ma di una curiosità sana. Loro, un pò attempati ed eleganti, sembrano godersela bevendo champagne, sembrano essersi salvati, loro. Ho trovato duro, forte, davvero triste, questo costringersi a dirsi, l'uno contro l'altro disarmati, è finita, non ti amo più, tra singhiozzi repressi e occhi che tradiscono le parole. 
Poi alla fine della cena, quella coppia che si è salvata, si avvicina al tavolo, e lui, un ironico ed elegante Vecchioni, invita la coppia, che non nega di aver osservato, a pregare per lui, e con frasi brevissime accenna alla vita vissuta con la sua compagna, che cinta da un elegante scialle lascia dondolare i suoi bruni e lunghi capelli con una bocca rossa che ride, abbracciata nell'incedere al marito, che dice di essere malato e di aver però trovato la salvezza. 
E' aspro il confronto, quei vecchi signori, con tutti i loro fardelli e i loro problemi, si sono salvati, hanno vinto, hanno capito tutto, hanno saputo farci con ciò che gli è capitato, loro due, gaetano e Delia, no! Si sono arresi, hanno ceduto, non hanno saputo mediare, andare oltre, tenersi, amarsi. Ma qual'è il vero segreto di tenersi?.. Incontrarsi, scoprirsi, amarsi, sono in sè un meraviglioso miracolo, tenersi è il miracolo che continua. 
Delia rientra a casa, con lui, osservano i loro due figli e poi lei mangia avidamente un piatto succulento in cucina, a bocconi avidi e dopo ride e continua avidamente a mangiare, mentre osserva lui che giocoso, sorridente, con le mani in tasca si allontana saltellando fino a scomparire dietro l'angolo. Non si coglie, forse si lascia volutamente all'interpretazione libera dello spettatore, ormai affondato nella poltroncina, se Gaetano e Delia si sono salvati. O come si siano salvati?.. Forse si sono salvati evitandosi di farsi ancora male e dandosi la possibilità di amare qualcun altro, forse non si sono salvati, perchè non hanno saputo tenersi ancora. Le generazioni di un tempo erano di certo più brave a tenersi, nonostante tutto e credo che questo messaggio nel film giunga urlato. Dovremmo essere così, abbastanza forti da tenerci, abbastanza coraggiosi, abbastanza innamorati delle possibilità da non perderci, imparare un pò dai nostri vecchi, imparare ad amarsi nonostante. 
C'è qualcuno che ci salva che se ne va indisturbato per le strade del mondo, che non abbiamo ancora incontrato, o che abbiamo sfiorato, solo visto, c'è questo qualcuno per ognuno di noi? e se c'è vale la pena questo amore che salva e poi spezza le ossa?... Lo lascio a voi questo interrogativo irrisolto.