sabato 29 giugno 2013

Quando soffia il vento tu buttati a piedi pari nella vasca del campari.

Piove. Il cielo oggi ha il magone, lo si scorgeva dalla sua plumbeità, ed ora si sfoga, piange una copiosa pioggia, si libera.  Dalla mia finestra aperta a forbice, vedo i grossi goccioloni che la rigano, e ricordo, che qualche volta con il dito ne seguivo il corso e assistevo alla gara di gocce che scivolavano con maestra lentezza sul vetro e mi divertivo a vederle morire sul fondo, assistevo ad una morte annunciata, senza sentirmi in colpa. Oggi le gocce sono talmente piene d'acqua che scorrono velocemente fin sotto il vetro della finestra e sfuggono al giogo degli occhi, e la stanza è pregna di un rustico profumo di terra e di pioggia. E' una giornata perfetta questa per fare tante cose, anche per quelle che non si possono fare, lo è per scrivere. Sto pensando da un pò di giorni, forse tre, o due, (non ricordo con chiarezza, ma è un particolare trascurabile, in fondo), a un link che ho visto scorrere sulla homepage di faccialibro, un link con un grosso mulino a vento che tagliava l'arancio di un tramonto e che diceva questo:<< Quando soffia il vento del cambiamento, ci sono persone che costruiscono muri ed altre che costruiscono mulini a vento>> Bè trovo sia vero. Credo che coloro che sopravvivono ai cambiamenti, cambiando, siano persone più libere e felici.
Il vento soffia e tu devi assecondarne il moto e lasciarti portare dove vuole, la direzione non conta, conta andare avanti, anche se solo di mezzo metro. Il vero guaio è che nella maggior parte dei casi il cambiamento spaventa, disorienta, ti spiazza, ma ignoriamo che proprio questa ne è la giusta sintomatologia. Cambiare, ti fa solo apparentemente provare la sensazione di fare un grosso scivolone indietro, ti intravedi che arretri uno-due-tre passi, in realtà è tutto nella norma, anche se non lo avverti. Quel rocambolesco scivolone altro non è che lo slancio fisiologico necessario per poter prendere la rincorsa e fare un bel salto in avanti verso la direzione suggerita, che non è indicata, non è costellata di segnaletica, ma tu sai qual'è, perchè è  proprio quella che rifuggi.  Il guaio è che spesso quando cambiamo, pur di sfuggire la rivoluzione che è in atto e ti protende indietro, ci inventiamo qualsiasi cosa, e ci raccontiamo che stiamo bene così, che anche se dentro di noi sta soffiando qualcosa di diverso che ci sconvolge i piani e ci fa cambiare la rotta, bè nell'esatto momento in cui ti ripeti" sto bene così" l'unica cosa che vuoi da te e dagli altri è di crederci.
Lo sappiamo bene la mente impara a fare suo ciò che la bocca dice e se la tua bocca dice che stai bene, finisci per crederci tu e per farlo credere a chi ti è intorno. Questo è il muro che costruiamo quasi inconsapevolmente intorno a noi e intorno agli altri, eriggiamo un muro tra ciò che siamo e ciò che stiamo diventando in modo da non vedere ciò che ci cambia, in modo da salvarsi, ma è così che si comincia a star male. Io questo lo so. Quando la realtà che vivi comincia in qualche modo a calzarti stretta, come una scarpa bella ma che non è più del tuo numero e per il tuo piede, tutto il tuo corpo te lo dice, te lo suggerisce, e in alcuni casi ti fa la guerra nei modi che può e che sa trovare, e più sei sordo più te lo grida. Io sono stata così, sorda al nuovo che è venuto a trovarmi, gli ho chiuso la porta, ho sbarrato le finestre, ho ascoltato la stessa musica, poi però ho capito che per stare bene ancora, non potevo fare altro che aprire la porta al vento del cambiamento e cambiare. Cambiare è nella natura delle cose. Solo che cambiando si soffre e a volte anche molto, si soffre per lasciare ciò che siamo stati fino ad oggi e farci strada verso ciò che stiamo diventando, ignari di quanta felicità ci attende al varco col cambiamento. Alcune persone  non hanno paura del cambiamento che bussa alla porta, bensì la tengono spalancata e costruiscono mulini a vento. E sono quelle le persone che io reputo libere davvero, quelle che si mettono in gioco, che rischiano, per dirla con una frase di Capossela " che si buttano a piedi pari nella vasca del campari"  e vivono intensamente, accogliendo tutto ciò che va a trovarle, la passione, la curiosità, la scoperta, l'amore. Chiudere con ciò che non siamo più,  e aprire, aprirsi a nuovi orizzonti, a nuove energie, a nuovi stimoli, vivere sul tuo mulino a vento il tuo tempo.
Il nostro tempo è l'oggi, e non possiamo permetterci di fermarci a ieri, semplicemente perchè oggi siamo già diversi. Bisogna allinearsi con ciò che ci viene a trovare e serve un coraggio che pochi hanno per ascoltare se stessi. Io credo che non siamo nati per i porti, ma per il mare aperto, io credo che per quanti muri possiamo costruire se il vento soffia troppo forte il muro cade. Io credo che servono più mulini a vento e meno muri. Io che ho costruito muri pur essendo consapevole di essere un mulino.

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