venerdì 7 giugno 2013

In - gnarus.


L'ignoranza per definizione è "..la condizione dell'ignorante, cioè chi non conosce in modo adeguato un fatto o un oggetto, ovvero manca di una conoscenza sufficiente di una o più branche della conoscenza,  lo scostamento tra la realtà ed una percezione errata della stessa".
Nel senso comune, indica la mancanza di conoscenza e di qualche particolare sapere, inteso in generale o su un dato specifico. L'accezione originaria del termine deriva direttamente dal greco (gnor - izein = conoscere) attraverso il latino ingnorare (in - gnarus = che non sa). Successivamente, l'aggettivo ignorante si è evoluto in senso dispregiativo, indicando coloro i quali sono senza educazione o cultura.
Socrate professò la propria ignoranza in contrapposizione a coloro che continuavano a sostenere di essere sapienti, e da qui "la teoria della dotta ignoranza" La consapevolezza del sapere di non sapere.
La nostra mente è un deposito immenso di impressioni e memorie accumulate nel tempo. Tutto questo si imprime nella coscienza e crea una costruzione mentale che determina le nostre opinioni, il nostro giudizio, la nostra visione della realtà, e che condiziona le nostre scelte e le nostre abitudini. Solo diventando consapevoli di questa costruzione mentale e di come essa condiziona la nostra vita possiamo vedere oggettivamente la realtà e agire senza condizionamenti.
Ignoranza e costruzione mentale sono apparentemente, e sottolineo, solo apparentemente due concetti distanti e inconciliabili, poichè invece vanno a braccetto nelle situazioni più svariate. E' dall'ignoranza che, infatti, la maggior parte delle volte scaturisce il costrutto mentale. E da qui deriva la staticità, la fissità, la chiusura della mente che si perde nello stesso statico ginepraio senza uscita, ed è in questo ginepraio che cova il pregiudizio. La stessa accezione del termine lo suggerisce " Pre - giudizio", ovvero un giudizio precedente al giudizio effettivo, inconsistente, di natura effimera e pertanto fittizio e ingannevole, che non si ciba del vero, ma dell'impressione, che è ben diverso. E' come avere una lente distorta attraverso la quale filtrare la realtà, distorta appunto, mistificata, quasi come un racconto di un esperto narratore, ma lì è genio creativo ed è un altro discorso.  Solo la conoscenza squarcia l'oscurità di un pregiudizio e accende la luce della realtà, non quella simil vera o presunta, quella che è. Il pregiudizio viene prima del dato empirico, della conoscenza, anzi lo esclude, perchè è nello stesso insita una presunzione tronfia di essere nel giusto che prescinde dall'empirico. Nulla da temere di più. Quindi il pre-giudizio è figlio legittimo dell'ignoranza, nato in costanza di matrimonio tra la medesima e il costrutto. Sarà un figlio infelice e senza libertà.   

Nessun commento:

Posta un commento