martedì 18 giugno 2013

Buttati! E' morbido.


Bisogna buttarsi nelle cose della vita per capire se funzionano. Buttarsi. Un bel tuffo, spegnendo il pensiero, cercando di essere un pò dissennati e leggeri, sganciarsi da previsioni e trappole razionali, munirsi di coraggio, fare un lungo respiro e lasciarsi librare nel vuoto il necessario per assaporare quella libertà che ti stai regalando. Lanciarsi, un pò come ha fatto lui, Alessandro Cecconato, che alla sola età di 18 anni ha scritto un libro e senza troppi ripensamenti e rimuginii di sorta, l'ha mandato alla casa editrice Santi Quaranta di Ferruccio Mazzariol, è stato pubblicato, e non solo, è diventato e continua a diventare un caso letterario di provincia.
Io sono una che si appassiona ai casi e ancor più ai casi letterari. Nella " bella di matematica", c'è una cronaca minuta segnata da una costante vis comica della vita di un liceale a Treviso, al cospetto del terrore dell'intera classe per la prof. di matematica piovuta nel nord-est dal centro-sud. Ma il Cecconato non si ferma all'apparenza, scava nella personalità granitica della prof. e delinea, con un modus scrivendi asciutto e vivace, i contorni di una figura complessa con finale a sorpresa. Alda Adda, e già il nome ha il suo perchè, una docente impreparata che tortura gli allievi e si fa torturare a sua volta da qualcun'altro (che è il marito), quindi carnefice a scuola e vittima in casa, che riuscirà a liberarsi dal marito che la ostacola e coarta e tornerà a vivere con un gesto liberatorio che stupirà il lettore. Il Cecconato, a soli 18 anni, è in grado di creare con superba maestria un personaggio interessante, dall'aspetto esteriore a quello interiore, descrivendolo con una solida consistenza narrativa, che trasuda lievemente degli echi della ribalderia di Dumà padre e di una tutta naturale mediazione veneta. Singolare e intelligente la "pietas" che Cecconato fa calare sulla figura della professoressa, una pietas condita da una consueta giovanile ilarità, fino a restituirla al lettore libera, degna e tronfia. E' cominciata più o meno così pare lui dica: << Avevo scritto degli appunti con i miei pensieri sulla scuola, quasi uno sfogo. Poi, rileggendoli, mi sono accorto che nella loro tragicità potevano diventare comici. E ho pensato, perché non romanzarli?». Ne è uscito un ritratto ben riuscito sulla scuola di ieri e di oggi, fra pregi e difetti. Un atto di accusa e difesa su cui riflettere. Con lo studio di mezzo, ci ha messo un anno a preparare il manoscritto. Ha creato una trama. Ha inventato questa figura terribile della professoressa, che non sa spiegare, ma solo terrorizzare i suoi alunni, che li mette in difficoltà impartendo giudizi e voti a seconda di simpatie e preconcetti>>. Ebbene si, Alessandro si è buttato e adesso è il suo momento di gloria, una gloria che si è cercata, non cercandola, che spero lo assisterà per molto. La gloria arriva così, tu ti butti e atterri tra le sue braccia, cadi sul morbido e fai un lungo sonno.

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