giovedì 24 ottobre 2013

La stagione del biancospino.


Inventi un amore

che muore col vento

Ma prima di farlo

Non serba rancore

 

Un giorno di marzo,

con l’aria serena

ti si avvicinò

con il cuore in pena

 

ti prese con forza

con la trasparenza

di chi ha già pagato

ma non abbastanza

 

cantava “l’amore

mi passa vicino

nella stagione

del biancospino”

 

ma il vento era forte

e le foglie spingeva

aprendo le porte

della primavera.

E la accompagnava

In alto sul trono

Spingendo l’inverno

Sempre più lontano.

 

Così primavera

Soffiata dal vento

Del tuo scrigno segreto

Apriva l’incanto

 

La mite stagione

ormai amava il vento

che già le cantava

Il dolce suo nome,

soffiando fra i rami

non stava a guardare

dai piedi ai capelli

la volle baciare.

 

E lui era il vento

Tu la primavera

Ma tu lo portasti

Dove vento non c’era.

 

Nel bosco d’inverno,

il vento raccoglie

del cuore e del viso

le giovani voglie.

Trovando ristoro

Fra i rami e le foglie

S’intreccia con loro

In vortici d’oro.

 

Ma il caldo e la terra

Il vento rifugge

Per il grande mare

Il cuore gli rugge.

Così da quel bosco

Il vento scappava

Attratto dall’onda

che in onda passava

 

E se non c’è vento

E l’aria si ferma

L’amore non vola

Per la primavera,

che resta da sola

già da quel momento

quand’ Eolo s’invola

giù per la scogliera.

 

L’odore del bosco

Secco e rappreso

Lascia l’idea

Di un discorso sospeso.

 

 

 
                         

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