che
muore col vento
Ma
prima di farlo
Non
serba rancore
Un
giorno di marzo,
con
l’aria serena
ti
si avvicinò
con
il cuore in pena
ti
prese con forza
con
la trasparenza
di
chi ha già pagato
ma
non abbastanza
cantava
“l’amore
mi
passa vicino
nella
stagione
del
biancospino”
ma
il vento era forte
e
le foglie spingeva
aprendo
le porte
della
primavera.
E
la accompagnava
In
alto sul trono
Spingendo
l’inverno
Sempre
più lontano.
Così
primavera
Soffiata
dal vento
Del
tuo scrigno segreto
Apriva
l’incanto
La
mite stagione
ormai
amava il vento
che
già le cantava
Il
dolce suo nome,
soffiando
fra i rami
non
stava a guardare
dai
piedi ai capelli
la
volle baciare.
E
lui era il vento
Tu
la primavera
Ma
tu lo portasti
Dove
vento non c’era.
Nel
bosco d’inverno,
il
vento raccoglie
del
cuore e del viso
le
giovani voglie.
Trovando
ristoro
Fra
i rami e le foglie
S’intreccia
con loro
In
vortici d’oro.
Ma
il caldo e la terra
Il
vento rifugge
Per
il grande mare
Il
cuore gli rugge.
Così
da quel bosco
Il
vento scappava
Attratto
dall’onda
che
in onda passava
E
se non c’è vento
E
l’aria si ferma
L’amore
non vola
Per
la primavera,
che
resta da sola
già
da quel momento
quand’
Eolo s’invola
giù
per la scogliera.
L’odore
del bosco
Secco
e rappreso
Lascia
l’idea
Di
un discorso sospeso.
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