giovedì 17 ottobre 2013

Io che amo solo te.

 

Ho finito di leggere da qualche giorno il libro di Luca Bianchini " io che amo solo te" e devo dire che fedelmente alle previsioni delle statistiche sui più letti stilate nel mio blog, l'ho letteralmente divorato. Sono stata attratta da subito dalla copertina, si sa il primo approccio è sempre fisico, dove campeggiano su uno sfondo bianco come il latte due grossi peperoncini rossi e credo piccanti che hanno tutta la parvenza di intendersela, quale rappresentazione più veritiera del salento, di una terra rossa calda di sole. Luca Bianchini ha fatto centro, per quanto di natali torinesi, lo scrittore  ha capito perfettamente quando si parla di Salento cosa si intende. A sottolineare il sapore caldamente salentino del libro una strofa tratta dalla canzone "Estate" dei Negramaro " Il tempo passa e tu non passi mai". E qui l'autore parla di Ninella, la donna amata da Don Mimì, protagonista maschile del romanzo,donna, che per mancanza di coraggio, per l'ostinazione a tutti i costi di mantenere integro il buon nome della famiglia e fare salve le apparenze, Don Mimì perde, convolando a nozze con una donna che non ama, ma che si confà al suo rango. Tema centrale di questa storia che si svolge nella bella Polignano a mare, chicca salentina, dove imperversa furibondo ed ostinato un impavido maestrale in grado di scuotere animi e cuori, è l'amore perduto e mai finito, che diventa una cura costante, che soffocato dalla razionalità e dalla prudenza alimenta una passione mai sopita che esplode in tutto il suo impeto all'occasione più insolita, le nozze del figlio di Don Mimì e della figlia di Ninella, che fidanzati da anni, quasi come una beffa della sorte, si sposano. Ebbene si il destino ha giocato a dadi e ha intrecciato le vite di Chiara, la figlia di Ninella e Damiano, figlio di Don Mimì, dando modo a questa passione a lungo sopita da distanza e silenzi di esplodere più viva che mai. L'amore è il tema principale quindi, intorno al quale ruotano come satelliti tanti altri: questo costume ormai divenuto uno stereotipo nel meridione, di " sistemarsi", di accasarsi, di mettere la testa a posto e trovare moglie, è quello che Don Mimì aveva da sempre ripetuto a suo figlio, che quello che contava era la sistemazione, non l'amore, non l'autenticità di un sentimento, ma la sistemazione. E Don Mimì ha paura di aver sbagliato tutto, di aver portato Damiano all'infelicità insistendo su quel punto, paura che si sposasse più per dovere che per convinzione. Lui, Don Mimì il re delle patate, così lo chiamavano per via dei suoi possedimenti, era un uomo così passionale e forte ma aveva imparato ad esercitare un controllo esagerato sulle sue vere emozioni, aveva speso quegli anni accanto alla moglie a raccontarsi bugie, si era rifugiato nel lavoro, negli affari, pur di mantenere saldo quel controllo, che però perdeva quando rivedeva la sua Ninella. E' tangibile nelle pagine il desiderio di un padre che non vuole che il figlio sbagli come lui ha fatto, tradendo se stesso. E ancora oltre a questa facciata di perbenismo, ai valori a tutti i costi, le apparenze da salvare, perchè Damiano ha un fratello che è gay ma che la famiglia, pur consapevole nasconde, per evitare la vergogna montando una falsa storia con una ragazza di Copertino che prenderà parte al banchetto di nozze, ma che a insaputa di tutti è lesbica. Quindi l'ilarità, la comicità, il grottesco,  di cui alcune pagine sono pregne, la sorella minore di Chiara, Nancy Casarano che vuole perdere i chili di troppo e la verginità un pò in fretta e provoca perchè la irretisca un giovane di bella presenza addetto a fornire prestazioni di tal sorta in un trullo della zona. Il banchetto di nozze degli sposi è un tripudio di piatti ricchi e sfiziosi e altrettanto ricchi saranno i colpi di scena che questo libro vi riserva senza rischio di parsimonia alcuna. Interessante lettura dove Luca Bianchini coglie perfettamente, avvalendosi di una scrittura semplice e fluida, il folclore salentino, la passione, i costumi, i sapori e la fissità di certi stereotipi soffocanti che rifuggono la modernità dei tempi odierni, di cui si è inevitabilmente prigionieri perchè tanto si schivano tanto si è loro avvezzi. Vi lascio con un passo tratto dal romanzo :" Mimì si fece coraggio e, senza neanche guardare sua moglie, si alzò dal tavolo e si avvicinò a quello di Ninella. Lei vide la vita che voleva venire a passi lenti verso di sè."

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