martedì 2 dicembre 2014

Guardami negli occhi.


Stamattina mi è capitato sotto gli occhi, appena sveglia, un video molto carino promosso da Coca - Cola, che immagino, vi capiterà di vedere e magari condividere sul social d'eccellenza, e non mi premuro di farne nome, visto che credo sia ormai risaputo ai più. Questo video ti sbatte in faccia un messaggio che ormai, i nostri neuroni hanno ben recepito, ma che i più faticano a mettere in pratica, e per la carità, mi ci infilo pure io nel calderone. La comunicazione dei nostri tempi è quella virtuale, ci si guarda attraverso lo schermo di un pc, il display di un cellulare, si comunica con messenger, si demandano tante emozioni che sarebbe bello viversi, a uno schermo elettronico, si rifugge a quel contatto di mani, allo sguardo, e ci si illude che un emoticon o un qualsivoglia accessorio alle parole usate, giungano nell'esatto modo in cui le si pensa e articola, al destinatario. E qui una marea di equivoci, e qui solo innumerevoli misanderstood. Non ci capiamo e ci perdiamo. La comunicazione virtuale è una grande illusione dei giorni nostri, mette in pericolo i rapporti, li banalizza, li circoscrive a dei short sms, privi di anima, e molto spesso, diventa il mezzo attraverso cui ci si incontra e ci si separa. E gli occhi? E le mani? e tutte quelle sensazioni, emozioni che solo la gestualità di un corpo, lo sguardo di un viso, il movimento di una mano, e quelle movenze del corpo, che sono così naturali, poco studiate, spontanee, che quelle si possono tradire emozione, imbarazzo, rabbia, delusione, e arrivano, eccome arrivano! Dietro un pc, un I-phone, invece, arriva ciò che uno vuole farsi arrivare, arriva ciò che resta ambiguo, e poco chiaro, o chiaro, ma di arbitraria interpretazione. Ecco quel video, che se incontrate in navigazione web, vi invito a guardare, con un' attenzione speciale, racconta degli spezzoni di vita quotidiana, che ci sfuggono dalle mani, perchè tra le mani abbiamo un cellulare che ci fissa muto. E non diamo il giusto valore ad una persona, magari nuova, che abbiamo di fronte, e che in quel momento si sente messa da parte per un cellulare, preferiamo talvolta un cellulare a qualcuno in carne ed ossa che ci si pone davanti. Siamo a pranzo e continuiamo a " whatsappare" mentre abbiamo un mondo davanti, che passa quasi inosservato ai nostri occhi, delle persone care che sono con te in quel momento, e tu non ci sei, ci sei a metà, e non apprezzi ciò che si pone in carne ed ossa davanti a te. Pare che in Cina, siano addirittura sorte delle corsie preferenziali, per utilizzatori di telefono, è il colmo della comunicazione! Proviamo a figurarci per un attimo gente incolonnata uso zombie che incede con lo sguardo perso su un cellulare, e si perde tutto il mondo che c'è fuori, ti perdi un passante, che magari può incrociare il tuo sguardo, ti perdi un tramonto, perdi e basta!!! Non importa quanto possa essere figa/figo, interessante il destinatario della tua attenzione telematica, è che tu in quel preciso istante stai facendo un baratto impari, stai perdendo il vero dei tuoi momenti, per ciò che è virtuale e non è vicino a te. E' quasi paradossale, ma l'esempio che mi giunge più calzante, è che ABBIAMO TUTTI DELLE STORIE A DISTANZA!.. Ora a complicare, non poco, la faccenda comunicazione, arrivano le famose spunte azzurre di whatsapp, e anche la più piccola possibilità di privacy va a farsi benedire. Ricapitoliamo : Spunta grigia, messaggio non arrivato a destinazione, due spunte grigie, messaggio arrivato a destinazione, magari letto, ma non aperto, due spunte azzurre messaggio aperto! Wow che pugno in faccia alla privacy personale!.. Che poi diciamocela tutta, uno appena vede comparire la curiosa chiocciolina seguita al sonoro, scorre giù col dito la finestra e vede chi gli ha inviato il messaggio, se trattasi di short message lo legge pure e lascia scivolare in alto la sua finestra, intento in altre occupazioni, e la spunta resta una! Se apre whatsapp ma non apre il messaggio giunto, le spunta diventano 2, ma grigie, quindi morale della favola, per leggere, uno il messaggio lo legge, sempre, in ogni caso. E da qui le considerazioni, a che serviva mo, ditemi un pò questa ulteriore aggiunta ai problemi già esistenti?.. Credo solo a complicare notevolmente interazioni personali. Perchè se uno manda un messaggio, è chiaro che nel 99% dei casi attende una risposta, altrimenti non lo manderebbe affatto, quindi da lì comincia l'attesa, parte il cronometro, e mille pensieri fanno contorno a quello che ci appare sul display (" una, due, due spunte azzurre"). E cominciano le seghe mentali, ecco a cosa servono le spunte azzurre, alla moltiplicazione delle seghe mentali. Vabè ormai sembra inarrestabile il fluire violento di questa comunicazione virtuale, non saprei cosa attendermi, anzi parrebbe che l'ultima trovata di whatsapp possa essere l'introduzione di faccine di colore, per ovviare alla discriminazione razziale, giuro che non la smettevo di ridere!!!.. Comunque sia io di Voglie, un consiglio ve lo do, poi fatene voi l'uso che ritenete opportuno, ma se davvero volete conoscere una persona, vedere cosa c'è in qsta persona, sentire cosa ha da dire, bè fatela una telefonata e incontratela per un caffè, per una birra, dedicatele/gli un momento, anche solo un momento della vostra vita, quei momenti che seguono interminabili di bip sonori, bè lasciateli tacere nel bel mezzo di un nuovo incontro, di una conversazione, di una passeggiata. Guardatele negli occhi le persone, non attraverso un display di ultima generazione.

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