giovedì 19 dicembre 2013

Un'incontro speciale.

 
Il Natale è qui, puntuale, inesorabile come sempre. Gli ultimi frenetici giorni convulsi prima del 25 dicembre 2013, le scadenze sul lavoro che non si ha più voglia di rispettare perchè senti incombente quella necessità che l'occasione ti offre, di staccare la spina da tutto, di prenderti un pò di tempo per te, per le tue cose, per la tua vita, di fare un respiro lungo dei giorni che poi ti permetta di ricominciare,  lasciare spazio a delle emozioni che una quotidianità  piena di cose da fare non ti concede. Ti concedi tu, a te stessa, pensi che sia un buon momento per trovare pace, rilassarti, dimenticare, magari in un posticino tranquillo a pochi metri dal mare ascoltandone solo il rumore. Il Natale amplifica, amplifica tutto, le mancanze, le assenze, amplifica finanche le presenze, fortifica quei fili sottili ma resistenti che non riesci a tagliare perchè in fondo non lo senti davvero o non lo vuoi, ti fa sentire enormemente solo in mezzo alla folla di gente convulsa e scostante alla ricerca spasmodica dell'ultimo regalo e tu incedi tra questa folla incurante a passo lento. Il Natale ha un senso, ce l ha sempre, e ognuno di noi si chiede quale possa essere, di anno in anno, si guarda dentro con una bella lente e cerca di coglierlo, cerca di capire cosa non va, cosa vuole davvero. Il senso del Natale è nel profondo di ognuno di noi, non è nella corsa ai regali, e qui potrei elencarvene a bizzeffa, ma non ne ho la voglia. Forse ci sono quei pensieri futili, leggeri e per carità legittimissimi, per aprirsi una parentesi di piacevolezza dal resto, da tutto quello che ci fa ogni giorno faticare per restare a galla, tra emozioni che non capiamo, matasse che non riusciamo a sbrogliare, difficoltà legate alla quotidianità, desideri di una stabilità emotiva e reale che naufragano, ci sono quei pensieri, che sono come carezze che ci facciamo, e quindi un'occasione carina per stare insieme agli altri, una festa, un vestito da indossare che metta in mostra tutta la bellezza di cui si è capaci, quelle scarpe col tacco 12 che hai visto nella vetrina da giorni e che puoi comprare, quel giocattolo ultratecnologico che farà impazzire di gioia la tua nipotina e che non vedi l'ora di regalarle perchè non resisti davanti ai suoi occhi che brillano, davanti alla sua foga di baci e di abbracci che ti riserva ogniqualvolta le porti qualcosa, perchè ti senti irrimediabilmente felice quando dai, quando riesci a farlo, ti senti veramente paga. E' solo che a volte non ce la fai a dare quello che vorresti, quanto vorresti, a volte ti richiudi in un guscio costruito ad arte che lascia intravedere solo il freddo del vetro che lo ricopre, un guscio che tu vorresti si schiudesse, ma serve il calore necessario perchè ciò avvenga, non puoi farlo da solo. Per me è questo il senso del Natale, è riuscire a dare, è nello scambio dare - ricevere, poi può trattarsi di un sorriso, di una stretta di mano, di un abbraccio, o di un bacio infinito, ma è nel saper dare, nel riuscire nonostante le nostre resistenze dettate dalla paura di scoprirsi troppo, di essere respinti, vulnerabili e fragili, a lasciarsi andare, ad emozionarsi senza tenere troppo le briglie della razionalità su on. Il Natale è l'incontro con l'altro, è quel ritrovarsi a metà strada camminandosi incontro.

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