mercoledì 11 dicembre 2013

La nuova malattia sociale sarà l'intelligenza.

C'è un giochino che talvolta mi piace fare con i libri, vi spiego meglio, li apro a caso e leggo la frase o il periodo dove cade l'occhio. Ed è come se nel momento stesso in cui lo faccio, facessi una domanda mia del tutto personale e volessi una risposta a questa domanda, che io non mi so dare, e la delego al caso, la lascio lì in balia di un'occasionale apertura di un libro e in qualche modo l'effetto arriva. E' un pò lo stesso giochino che faccio quando mi fermo al tabaccaio per comprare le sigarette e compro i baci perugina, ne scelgo uno a caso e spero di trovarvi dentro l'oracolo di Delfi. Non saranno giochini adatti alla mia età, ma chi se ne frega, stranamente sarà un caso, o forse no, ma io una risposta alle mie domande la trovo sempre, e sarà una fortuita coincidenza, ma poi la stessa risposta che mi arriva si traduce in qualche cosa che mi serve. Non lo so, magari funziona solo con me, comunque sia provateci, non si è mai troppo grandi per credere in qualcosa. Chilometrica divagazione a parte, oggi sono un pò congestionata sotto tanti punti di vista, e quindi, mi sono presa una pausa dal lavoro pomeridiano previsto, ma non una pausa dalla scrittura, quello non mi riuscirà mai, credo e spero. Stavo fissando lì poggiato vicino all'abajour della mia scrivania il libro del momento, del mio intendo, quello ritrovato e l'ho aperto a caso, alla pagina 221, ( chi ce l ha può verificarlo, chi non ce l ha lo compri per verificarlo), e mi sono messa a leggere così per puro diletto, senza trovarci una risposta come col solito giochino, (è un periodo questo in cui non ho domande da fare, non ho delegazioni importanti, forse perchè quello che c'è da sapere lo so già e mi basta, o comunque sia me lo faccio bastare, ennesima divagazione alla Diego De Silva, scrittore che devo dire mi garba un sacco). Mi sono subito messa a ridere di gusto, ah voi non ve lo figurate neanche quanto divertente sia addentrarsi in quest'avventura, ve lo consiglio come regalo di Natale a voi e a qualcuno che volete far ridere, divertire, incuriosire, appassionare, fate un pò voi. Comunque sia visto che di questi tempi va di moda la condivisione, sono generosa e vi riporto la pagina sorteggiata a caso che mi ha dispensato un'allegra risata, dato che del tutto casualmente mi è parso di cogliervi una certa "non so chè" di connotazione letteraria.
" L'umanità, con tutta evidenza imperfetta, non ha ancora concluso il suo ciclo evolutivo. In un prossimo futuro, magari solo per comodità, i genitali dei due sessi saranno al posto oggi occupato dalla testa, e le bevute, sempre meno necessarie, le faremo sotto la cintura. Il che consentirà a giovani e meno giovani di incastrarsi  a dovere senza preliminari romantici e senza quel defatigante armeggiare con cerniere lampo e bottoni. In altre parole, gli umani saranno in grado di stabilire quello che Forster chiamava un "semplice contatto" aspettando che scatti il verde al semaforo, in coda al supermercato, sulla panca di una sinagoga o di una chiesa. Tanto il brutale " fottere" quanto il più delicato " fare l'amore" lasceranno il posto alla " capocciata", e a frasi tipo, oggi passeggiando per la Fifth Avenue ho incrociato una bona pazzesca, e le ho dato una bella capocciata. L'aspetto sorprendente di questa evoluzione culturale è che i luoghi proibiti dove si daranno convegno i peccatori  sbottonandosi la patta o calandosi le mutande per fare due chiacchere come si deve non saranno più i bordelli o i casini che dir si voglia, ma le biblioteche, sotto costante minaccia di chiusura a opera della Buoncostume letteraria. E la nuova malattia sociale sarà l'intelligenza. quando tutto questo accadrà, ricordati che per la prima volta lo hai letto qui. Tratto da " La Versione di Barney di Mordecai Richler"
 

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