giovedì 10 aprile 2014

Gli occhi di Modigliani


I rapporti interpersonali sono una roba complicata nel 2014. Mio nonno che ora non c'è più mi raccontava che quando ha visto la nonna per la prima volta ha provato un fremito per tutto il corpo, l'ha vista un solo istante mentre era in bicicletta e per avvicinarla ci ha messo settimane, eppure era un gran figo mio nonno, ma proprio da copertina, occhi verdi e intensi, lineamenti spigolosi e sicuri, alto e di corporatura normale. L'ha vista un giorno per caso, e lei portava la gonna lunga fin sotto le ginocchia, mica c'era un pezzo di pelle scoperta, non sia mai. Ma quegli occhi scuri gli si sono incastrati dentro e non ha mai smesso di cercarla, di amarla. E' un pò la storia di tutti i nostri nonnini che non conoscevano altro modo se non quello di stare insieme, di rimanere insieme, di invecchiare insieme, senza separazioni, fughe, paure. Insieme era per davvero. Ora è tutto complicato, le donne hanno le gambe scoperte fin troppo in sù, girano su tacchi vertiginosi e usano rossetti rosso fuoco, oggi le donne hanno un potere di seduzione che spaventa e ammalia al contempo, che seduce e allontana. Gli uomini non faticano ad avere attenzioni, ma quando mai, altro che settimane, un giorno, due, o il medesimo momento dell'incontro scatta l'approccio. E' defunto il gusto dell'attesa, di pregustare le cose, di vederle svolgersi nel loro naturale corso, diciamo che funziona un pò alla Benedetta Parodi " cotto e mangiato". E poi ci si stanca di mangiare sempre dallo stesso piatto e si cerca altrove un altro gusto da tenere sul palato il tempo necessario che lo stesso venga solleticato da un altro. Oggi imperversa la filofobia. Scriveva Pavese " un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla". Cazzo quant' era positivo Pavese, sarà stato filolobo anche lui? Il paradosso è che siamo circondati di amore, come se nuotassimo nel mare, un mare che mostra tutte le sue facce. Che sia una canzone, un libro, un film o una poesia, questa parola qui, motivo di lunghe sedute psicanalitiche ( sfido io quanti psicologi avranno sentito ripetersi durante una seduta psicoterapica un nome a mò di cantilena stonata " Giulio.. Giulio... Giulio.... e poi al successivo appuntamento delle 17. il nome era " Paola.. Paola... Paola...! Dalle 15.00 alle 20 avrà collezionato un elenco lunghissimo di nomi maschili e femminili, e magari ne avrà trovato uno più originale adatto al suo prossimo nascituro). Certo ora funziona che non posso innamorarmi di te perchè non ho abbastanza soldi da andare da uno psicanalista. I nostri nonni mica ci andavano, andavano a zappare la terra e le idee le avevano ben chiare e anche i sentimenti. Noi no, siamo un tale casino che per far incastrare due pezzi di un puzzle prima accade la guerra dei Roses. Sta roba qua che chiamiamo amore e guai a chiamarlo subito, che dici mai, serve tempo, serve frequentarsi chilometri di mesi, capire se si funziona, o se ci si rompe dopo pochi chilometri, bisogna minimizzare il tutto, collocare tutto sul piano del "to enjoy" sacrosanto, se uno dei due si intrippa l'altro scappa, e si funziona a fughe, rincorse, ritorni, che roba è?... Pare un'ammucchiata di colori che non c'entrano su una tela bianca, il quadro di un pittore new age molto age dal titolo " il grande mistero della vita" dove la famosa scatola nera del cervello ne esce sconfitto per la difficile comprensione. Mi fa sorridere tutto questo complicarsi l'esistenza, e badate, parlo anche per la sottoscritta. E' un pò come mettersi a dipingere i famosi occhi nei ritratti di Modigliani, possibile solo se si è conosciuta l'anima della persona ritratta, quindi una mera chimera. Mio nonno mi raccontò che baciò la nonna dopo tre settimane abbondanti, ne serbava un desiderio ardente mai sopito e su quelle labbra ci sarebbe rimasto per tanti anni se lei non se ne fosse andata prima di lui. 

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