martedì 19 novembre 2013

Un'altra stanza in "A sud del confine e a Ovest del sole".

Ed ecco che entro in un'altra stanza, pian piano, quasi assaporando il passo, sentendo la consistenza del mio piede che incede seguito dall'altro sul pavimento, e conosce nuove pareti, una nuova luce che filtra dalla finestra, una nuova musica nell'aria, e anche in questa stanza c'è musica, c'è il jazz, nella voce di un musicista drogato o disturbato, ringraziato da un buon whisky, che in un lungo assolo di Embraceable You mi travolge con un esecuzione sconvolgente.
Ed è lì, a sud del confine e ovest del sole. Io sono ancora in quelle pagine, ci ho lasciato l'anima in quelle righe calcate d'inchiostro, come ogni buon libro che si convenga di amare. E' una nuova stanza, capace di regalarmi ancora, sempre, forti emozioni.
Tutti vogliamo essere travolti dalla forza di esecuzioni coinvolgenti. Nove volte su dieci si rimane delusi, ma la decima volta si arriva ad avere un' esperienza sublime, che è poi quella che tutti cercano. Ed è questo che muove il mondo, questa è l'arte. Pare che tutto, proprio tutto, prima o poi finisce, tutto ciò che è visibile scompare con tale facilità, però ci sono delle emozioni, che restano per sempre. E poi ci pensa una nota jazz a risvegliarle, una pioggia battente, un silenzio assordante intorno. Del resto una nota sublime, un'esecuzione sconvolgente non si può dimenticare, esplode in un grido sordo, più è il silenzio che la precede, più è l'assenza di esecuzioni coinvolgenti e più feroce e sconvolgente è il tuono. Non può esserci travestimento che possa alla lunga nascondere un'emozione dove l'abbiamo confinata per amare o solo per amarci, nè fingerla dove non c'è. E' solo in vista di quell'esecuzione sconvolgente che conserviamo la speranza che tutto ciò che è tangibile e presente possa dissolversi senza farci troppo male, perchè in mezzo a questo deserto, che Murakami Haruki rivede in tutto ciò che si vive ed è intorno, che per un ciclo fisiologico e naturale vive e muore, in quel deserto ci saranno, nel mezzo, un bel pò di fantastiche esecuzioni, si spera, che dureranno un giorno, un mese, un anno o pochi minuti, ma che vale la pena aspettare. E quanto aspettare?.. Nei libri, nei film, l'attesa è un concetto fittizio, non c'è attesa, o meglio non v'è traccia di ciò che può fare all'anima e al corpo l'attesa. Compare una scritta ".. tre mesi dopo"... " 3 anni dopo"... " 7 mesi dopo".. il tempo non sembra avere sapore, quel sapore che ha inevitabilmente  nella vita, in una quotidianità priva di sconvolgenti esecuzioni, dove ogni giorno, bello, per carità, sempre, perchè respiri, l'aria ti arriva dentro ai polmoni,  e i tuoi occhi sono aperti e sei viva, e già questo di per sè un miracolo, ma senza sconvolgenti esecuzioni, quelle che ti bagnano di pioggia dalla testa ai piedi, ti pompano l'adrenalina al cervello, ti fanno vibrare l'anima come le corde di un  violino  sfiorate da un archetto quelle esecuzioni lì, ti rendono quell'attesa di una nuova esecuzione più sopportabile, perchè te la riportano davanti agli occhi e te la fanno rivivere nella mente più volte, e quella nostalgia poi muta in speranza di una nuova sconvolgente esecuzione. Quel tempo d'attesa di giorni, mesi, anni, condito di nostalgia e speranza, scorre sopportabile finchè qualcosa che non controlli, che non puoi addomesticare, perchè è primordiale e selvatico irrompe e cerca quell'esecuzione. Insomma in " A sud del confine e a ovest del sole" c'è una nuova stanza, la stanza del deserto,  (deserto di Walt Disney, allusione metaforica) dove entriamo e ci sediamo comodi in poltrona in un attesa più o meno sopportabile, più o meno nostalgica, più o meno felice di un'esecuzione sconvolgente, subito dopo la quale, pensi che potresti impazzire senza.
<< Mi era rimasto ancora nella mente il contatto con la sua lingua morbida che avevo appena sfiorato per farla bere. la vista di quelle labbra mi toglieva il respiro, non riuscivo più a pensare a nulla.Lei mi desidera, - pensai, - e anch'io la desidero>>. eppure riuscii a resistere, dovevo fermarmi a quel punto.Se fossi andato oltre non sarei più potuto tornare indietro.Ma potevo sopportare ancora tutto questo sacrificio>>?
Io lo so come andò, vi invito a scoprirlo. 

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