martedì 5 luglio 2016

Lettera a Francesca.












Ciao Francesca,
... Forse sarebbe stato meglio se fossimo stati amici. Un amico è quel qualcuno che mentre tutto il resto scorre e cambia, rimane fermo. Amici si, senza passione, senza desideri da erezione ed eccitazione. Avrei voluto non averti vista, non averti incrociata, perchè mi sono trovato in quel posto dieci minuti prima, che tu ci mettessi piede, o dieci minuti dopo, quando tu eri già andata via. Avrei voluto non vederti entrare in quel caffè, avrei voluto non provare quella sensazione che mentre tu varcavi la soglia, tutti gli altri io non li vedevo nemmeno, avrei voluto non imbattermi nel tuo sguardo di occhi puliti e brillanti, avrei voluto non sentire quel profumo sensuale che ti copriva la pelle, avrei voluto non vederti mai. Forse adesso sarebbe più facile dimenticare la tua immagine che mi invade. Avrei voluto non notare le tue gambe perfettamente accavallate in quel caffè, che se solo le avessi spostate o mosse, io non avrei più respirato, avrei voluto che non sfiorassi mai la mia bocca di uomo fragile desideroso di baci e di attenzioni dimenticate. Avrei voluto che tu restassi una sconosciuta senza nome, mai incontrata, che qualcuno, forse un amico, un conoscente, un giorno mi avesse detto, ah ma tu la conosci Francesca?... Ed io avrei risposto di no, senza curarmi di sapere chi tu fossi, forse non mi sarebbe mai importato. Avrei voluto che quel giorno di Maggio tu non fossi mai entrata nella mia vita, avrei voluto non stringere quella mano esile e pallida in una stretta forte e dirti ciao.
Avrei voluto quel giorno avere tante cose da fare, l'agenda piena di appuntamenti, tanto da non avere tempo neanche per quel caffè. Avrei voluto che la mia strada non avesse mai incrociato la tua. Soltanto così io sarei rimasto solo Carlo e tu solo Francesca. E Carlo e Francesca non si sarebbero magari mai incrociati di certo. Potevamo essere sconosciuti che abitano nello stesso posto senza incontrarci mai, o essere amici. Avrei voluto non provare mai eccitazione, attrazione per te, avrei voluto pensare quando ho stretto la tua mano per conoscerti, che non mi piacevi, che non avevo un desiderio sessuale nei tuoi riguardi, che magari ti avrei incrociata altre volte, e che tra un caffè e una chiacchera saremmo diventati amici, ci saremmo raccontate le cose, e poi sempre più amici, senza impegno. Ti avrei chiamata per dirti che avevo semplicemente voglia di vederti, di bere un caffè, di andare a un concerto, di mangiare un panino e bere una birra seduti su una panchina del parco, di andare al mare, di vederti in costume, con la consapevolezza che non ti avrei mai baciata, o toccata. Si saremmo stati ottimi amici io e te, senza, invece complicare tutto, innamorarsi e poi perdersi. Non ti vedo più, non ti incontro, la mia memoria ha smarrito la tua immagine, non me lo figuro più il tuo volto, non so come stai, se ridi, se sei felice, se fai l'amore con un altro, se lo fai come lo facevi con me, e mi sembra di diventare matto se ci penso, e allora non ci penso, ci provo almeno. Potrei comporre il tuo numero e dirti << Ciao Francesca, come stai>>?.. Poi però il coraggio non ce l'ho. Ho provato a comporre il tuo numero, ricordo la sequenza numerica a memoria, ma poi, quando si trattava di dirti ciao, so che la voce non sarebbe venuta fuori e avrei fatto la figura dell'imbecille. Forse spero in cuor mio di rincontrarti, spero che sarai libera una sera, spero che potrai perdonarmi, perchè sono stato un cazzone a lasciarti andare.
Le cose si capiscono sempre quando sarebbe meglio ormai non si capissero più, tanto se non hai capito quando c'era da capire, il momento è passato, quindi che senso ha che questa magica intuizione arrivi a scoppio ritardato?... Meglio che non arrivi mai. 
Mentre ti scrivo questa lettera mi sento stupido, però dei brividi felici mi corrono sulle braccia, non lo conosco più il tuo indirizzo, dovevi trasferirti, ma lo troverò, come troverò il coraggio di spedirti questa lettera, che forse ignorerai, strapperai, ci riderai su. Il pensiero che tu mi legga tra le mani, quelle mani che ho scordato, mi fa un certo effetto, come se le tenessi ancora strette. Ciao Francesca, ti amo.
Tuo per sempre, Carlo.

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