venerdì 9 gennaio 2015

Un pensiero.

La guerra si può fare con una matita, con una penna, con un giornale. La comunicazione può essere veicolo di ideologie estremiste, di politiche personali o di massa, può significare ridicolizzare una religione, un credo, materializzare una provocazione.  Ma una matita, una penna, un giornale non uccidono vite, non mietono vittime, non spargono sangue. Le armi si!!! La guerra e la violenza non hanno giustificazione alcuna. Ciò che si è consumato in Francia in questi giorni, è solo la follia di un ideologia estremista e malata che non ha nulla di umano, di un fanatismo efferato e sanguinario. Sento un profondo senso di orrore, ho orecchi e occhi ancora increduli. Questa ancora una volta è la riprova che non c'è salvaguardia che tenga di fronte a menti malate e addestrate alla morte. Oggi, in uno scorcio di tg, ho sentito la voce della compagna di Charlie, il fumettista ucciso a sangue freddo, che diceva, con la voce rotta dal pianto, che le avevano strappato il suo compagno, l ' amore della sua vita e che neanche tutta quella solidarietà che da ogni dove impazza nel web e nelle strade può darle consolazione e sollievo. Perché al dramma di una nazione, al dramma europeo, si aggiunge, silenzioso, perché non ha voce, il dramma grande, inesploso, delle famiglie delle vittime, di dolori immensi, fantasma, che si annidano in queste storie di terrorismo nazionale ed europeo. Quello di un padre che non tornerà a casa, che non rivedrà più i suoi figli, di una donna che non dormira' più accanto all' uomo della sua vita, che è morto solo perchè disegnava in un giornale. Una lotta tra una matita e un fucile, è una lotta impari. Che quelle anime riposino in pace, e che Dio o qualsiasi entità voi riconosciate come tale, dia ai familiari e cari delle vittime quel coraggio necessario per non morire.

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