venerdì 3 agosto 2018

Il termofeliciometro

Oggi il cielo è plumbeo. Il sole sta giocando a nascondino già da un pò, non ha voglia di farsi trovare, se ne sta accoccolato dietro qualche nuvolone soffice e se la sonnecchia. E' Agosto, in realtà dovrebbe essere in pieno servizio, e invece si è preso un giorno di ferie, meritate direi, nei giorni scorsi era alto nel cielo e fiero di espandere tutto il suo bollore.
Oggi voglio parlarvi di un argomento interessante, di certo lo troveranno interessante i più che capiteranno per gioco o per diletto, o anche solo per sbaglio su questo blog di una annoiata avvocatessa che ad agosto, è ritornata ad onorare il suo blog, a imbrattare questo cyber spazio virtuale con le sue strampalate idee, con i suoi pensieri, insomma l'intento è di certo quello di allietare le vostre giornate, magari spese, come oggi in un ufficio, divagando su un blog, il mio.
Subito dopo l'estate pubblicherò il mio primo romanzo, e il senso di felicità che questo pensiero mi muove è totale. Non ho mai provato un senso di felicità totale, io, si l ho provata in alcuni momenti/periodi, e ha avuto un impatto talmente forte, intenso, che si è rarefatta dopo poco, perchè ormai lo sappiamo bene, ciò che davvero conta, non è questa " felicità" che pare essere un concetto sommo, inarrivabile, una chimera, qualcosa che esiste e poi sfugge.
Si comporta quasi come una donna che la sera prima te la da e poi diventa irreperibile. Felicità puttana, che dura un minuto, ma che botta ti dà. Quindi torniamo alla serenità, dovendo darne una definizione, è quando ciò che pensi, ciò che vivi, ciò che desideri, si pongono sullo stesso asse, e tu quasi di pensieri non ne hai. Ma non ne hai per quanto?.. Neanche questa emozione, che ti fa rilassare le spalle, dilatare il diaframma, sentire come in un calcolo quasi matematico che i tuoi neuroni sono allineati, te li figuri che danzano su una base di Mozart, per poi lasciarsi cadere in uno stato di catartica evasione. 
Questa è la serenità, tutto va bene, o sembra andare, i pensieri sono in ordine, le cose della tua vita sono in ordine, entrate e uscite, bilanci, emozioni, insomma sembrerebbe funzionare, fino al prossimo tsunami, fino alla prossima emozione.
Non ho mai avuto grosse pretese, io. Mi sono fatta bastare la serenità, ma solo qualche volta, perchè mi è bastato poco per convertirla rapidamente in noia, perchè le cose normali, routinarie, mica tanto ci piacciono, prediligiamo gli tsunami, le emozioni. 
Fatto sta che, meglio bruciare al fuoco che spegnersi al tepore di un cerino. Bella filosofia. 
Ciò che conta, a mio parere, aldilà della serenità, dei momenti minuscolini, come li definiva Totò di felicità totale, è stare bene lì in fondo, dove c'è quella parte di noi, che a causa delle contaminazioni esterne, circostanze, eventi, cause, si incasina e si incasina di brutto e in men che non si dica, si perde in un labirinto senza mappa e più si affanna, più la mappa non la trova.
La felicità non esiste direbbe il pessimista, la felicità è in ogni cosa, basterebbe considerare ciò che ci accade come un regalo, un dono inaspettato. Io oscillo come un pendolo tra l'ottimismo e il pessimismo, senza trovare nella realtà dei fatti, quel benedetto equilibrio che siede nel mezzo e si ciondola, godendosela, perchè lui davvero se la gode un sacco. Il termometro di questa pozione magica, di quest'intruglio benefico che noi chiamiamo felicità, a volte si abbassa, si abbassa tanto, cazzo si azzera, quasi, e tu gli corri a perdifiato appresso, come a un amante che ti ha sedotta e abbandonata e non ti vuole e tu non ti capaciti del perchè. Non ti capaciti del perchè questo benedetto termofeliciometro si abbassi, non te ne fai una strabenedetta ragione, e pensi ad ogni rimedio possibile per far alzare il termometro, come se quasi dovessi far quadrare i conti.
Poi, di punto in bianco, dopo che ti sei affannata, hai sbattuto contro tutti i muri possibili, muri che hai costruito da sola abilmente, nella tua caparbia testolina, perchè sei quasi ossessionata da questo termometro che è sceso, dal fatto che non ti senti più la stessa, e continui a chiederti come cavolo eri prima.
Non lo sai. La verità è che l'unico modo per stare ad osservare questo feliciometro salire e poi scendere e poi risalire e poi riscendere, è accettarne la naturale, fisiologica oscillazione, accettare che ci sono periodi in cui sta a zero, tu continui a vivere e a respirare, ma ti senti a zero, e ti muovi per inerzia, e ti aggiusti, ti sembra soltanto, l'anima per andare in fondo alla tua giornata che non è scandita da punti fermi, ti aggiusti quando in realtà vorresti andare in un solo posto, affanculo e mandarci tutti gli altri. Poi il termometro risale, la tua energia a lungo sopita, si risveglia, come una principessa addormentata tenuta prigioniera in una torre sul mare, e svegliata dal bacio di un pirata di passaggio. Ti svegli e ti accorgi che in fondo non devi controllare nulla, non serve prevedere nulla, stare lì vigile perchè i conti tornino, tanto non tornano mai. Le cose della vita, semplicemente, senza troppi affanni, vanno un pò come devono andare, e il termofeliciometro, sale, scende, fa le bizze, vola a picco in alto e ricrolla a zero. Ciò che conta è che tu ci sei, sei viva e in fondo lo sai, che di felicità te ne basta solo un chicco.

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