martedì 25 novembre 2014

Non ditelo mai " Scusate se esisto"




Lei intelligente oltremisura, goffa e sfigata, lui bello da paura, con un culo di marmo e degli addominali da urlo, ma gay. Sembra, a prima vista, l'intreccio perfetto per una commedia già vista, pronta a scivolare nell'ilarità più banale e scontata! Ma, colpo di scena, non è così!!! nel film di Riccardo Milani, " scusate se esisto"si ride, ah se si ride, direi che si è in preda a divertenti convulsioni dalla prima esilarante scena. Ha un buon sapore questo lavoro cinematografico, perchè c'è tanto di quello zucchero che ti resta sulla lingua e che nasconde bene l'amaro. Attinge, a piene mani, da trame già viste, ne ricorda l'intensità, stesso pathos agro-dolce, " Il vizietto, Mine Vaganti; il Milani, segue le orme di Ferzan Opzetech, un nodo, una omosessualità sottaciuta, nascosta,  agli affetti più cari, e poi in altre scene, condite di eccessiva, a mio avviso, esuberanza, quasi a scivolare nel grottesco, ricorda il telefilm " Tutti pazzi per amore", che io personalmente ho visto e seguito, con rinnovato divertimento, ma che ha tutt'altro effetto in una pellicola cinematografica. La sfigata Serena Bruno, è un giovane architetto di talento, che indossa i calzettoni, che è in preda ad un orgasmo multiplo, mentre il belllissimo Francesco, titolare del rinomato ristorante, dove lei lavora, come cameriera per arrotondare, le fa un massaggio ai piedi, a fine serata lavorativa. Scena questa carica di un energia erotica che fa un baffo a nove settimane e mezzo, tanto è poco calibrata, improntata alla schiettezza, e ordinarietà, e perchè no potrebbe accadere, nell'immaginario femminile, ad ognuna di noi. Traspare, bellissima, la delicatezza, la sensibilità di Francesco (Raul Bova), che è nota comune a tutti o quasi tutti, gli omosessuali, (io per esempio ne ho diversi di amici gay e hanno una sensibilità e una dolcezza che gli uomini con la U possono solo immaginare). Tra i due nasce subito un rapporto forte, bello, fatto di complicità, di affetto vero, e in una notte alcolica, finiscono anche a letto insieme, come due amici, un pò troppo amici, ma non sto qui a svelarvi tutto, non andreste più a vederlo sto film, ed invece, direi che è proprio il caso che ci andiate. Serena Bruno, altro che sfigata, altro che goffa, poco femminile, e quant'altro, si sporcherà la bocca di farina, fagocitando con avidità un panino imbottito, mentre scorazza imbacuccata fino al collo, con un motorino rosso preistorico, non sarà una sex-symbol, e chi se ne frega se poi è una con cotante palle??... Ebbene si, in un intreccio esilarante, carico di colore, a tratti condito da note kitsch evidenti, da idiomi coloriti, da scene caricaturali portate all'eccesso, da una comicità che la fa sempre da padrone, arguta e pungente giunge, forte e amara la consapevolezza di un sistema sbagliato, di meccanismi sociali marci, dell'esistenza di gerarchie che dovrebbero ormai essere superate  e sfumate e che invece, sono causa di drammi esistenziali, piccoli e grandi, che danno vita al farsesco, ad un qualsivoglia mezzo per poter, in un certo qualmodo vincere e spiccare, o semplicemente vivere dignitosamente in una società che non lo permette. Tabù, discriminazioni, bugie, farse, e qui l'amaro, che non  è quello di un buon cioccolato fondente che si scioglie sulla lingua, ma quello del fiele, che anche lo zucchero non riesce a cacciar via. E invece la bella Serena Bruno, che poi diventa anche bella, a furia di apprezzarne le doti interiori, la testa, le palle, che dovrebbe avere un uomo, e in questo caso, a ribaltare la trama, spuntano ad una donna, prima anch'ella, vittima di un sistema, di un piccolo sistema, poi in grado di capovolgerlo, cambiarlo, abbandonarlo, questo si, ma con la dignità che solo noi donne riusciamo a conservare. Ed io in questo film ci ho visto questo, un manifesto per la donna, che è sempre capace di rialzarsi, di lottare, di vincere, con la tenacia e il carattere che la contraddistinguono. Serena Bruno, cambia un sistema, è un pò quello che nel nostro piccolo, dovremmo riuscire a fare anche noi tutti, uomini e donne, cambiare un piccolo sistema, finchè piccoli sistemi non diventeranno un grande sistema " cambiato". Credo sia questo il messaggio di questo zuccheroso film, un pò come la morale nelle fiabe di Fedro. Un angolino a parte voglio dedicarlo a tutte le fan del commissario Calcaterra,  forse volutamente, per addolcire l'amaro, Nicola, nella pellicola, grottesco, kitsch, colorito, nell'aspetto e nell'accento, spogliato, diseredato, di tutto il fascino che il mondo femminile gli ha sempre attribuito e riconosciuto nella serie " Squadra Antimafia", che mai ti saresti immaginato in quei panni. Calcaterra dopo questo film, credete a me, non sarà più lo stesso della scena hard di qualche tempo fa, con la Rosy alle corde,  e questo con la soddisfazione di tutti gli uomini che lo detestano. Andatelo a vedere sto film e non ditevi nè pensate mai di voi stessi " scusate se esisto"!

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